“Chiedere che tutti i dati sui vaccini vengano pubblicati nella loro completezza è una richiesta legittima e più che giustificata”. Il professor Silvio Garattini, farmacologo, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri, nel commentare l’opinione di Peter Doshi pubblicata il 4 gennaio sul British medical journal ribadisce quanto ci aveva spiegato nell’intervista pubblicata nel numero in edicola del Salvagente: “Avere a disposizione i dati singoli in base ai quali Fda e Ema hanno valutato e autorizzato i vaccini Pfizer e Moderna è essenziale. Da esperienza posso dire che Fda, più di Ema, hanno una politica molto aperta in fatto di pubblicazione di tutti i dati presi in considerazione per le loro valutazioni”.
Il dottor Doshi, editore associato dell’autorevole giornale medico internazionale, nel suo contributo pone delle domande sulla percentuale di efficace dei due sieri mettendo in evidenza ad esempio una serie di “falsi negativi” (risultati negativi al tampone molecolare pur in presenza di sintomi) che se non considerati abbasserebbe di molto (29% – per essere autorizzato un vaccino deve garantire almeno il 50% di immunità) la percentuale di efficacia del vaccino Pfizer. Su questo punto però il professor Garattini non nutre gli stessi dubbi: “Sono stati validati con tampone molecolare, il sistema ufficiale e affidabile per rilevare la presenza del virus, quindi dobbiamo attenerci a quegli esiti. Non credo insomma che possano invalidare la percentuale di efficacia”.
Invece altri sono i dati che servirebbero e che per motivi di emergenza non sono potuti essere rilevati dalle case farmaceutiche. “Servibbe capire – aggiunge il professor Garattini – la durata della copertura e l’effetto sulla mortalità. Purtroppo il tempo e l’emergenza non ci consentivano di poter aspettare. Di fronte a una pandemina a probabili benefici bisogna correre probabili rischi“.