Dei 426 pesticidi cercati nelle acque di superficie (fiumi, laghi) e sotterranee, ne sono state trovati 299. I più diffusi sono gli insetticidi mentre nelle acque superficiali il primato per il superamento dei limiti di legge spetta al glifosato e al suo metabolita Ampa. La fotografia del livello di inquinamento delle nostre acque è stata scattata dal nuovo Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha preso in considerazione i dati raccolti da Regioni e Province autonome, attraverso le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, nel biennio 2018-2019.
La Pianura Padana si conferma la più inquinata
Le indagini, scrive in una nota stampa l’Isptra, che hanno riguardato 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni; nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio, in quelle sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti. “Le concentrazioni misurate – precisano gli autori – sono in genere frazioni di μg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse“.
La zona più contaminata si conferma la Pianura Padano-veneta. “Questo dipende – spiegano dall’Ispra – oltre che dalle intense attività in agricoltura e dalla particolare situazione idrologica dell’area, anche dal fatto che le indagini sono generalmente più efficaci nelle regioni del Nord. Va detto che in questa edizione del Rapporto sono presenti i dati di tutte le Regioni, e anche in zone dove prima non evidenziata, emerge ora una significativa presenza di pesticidi nelle acque”.
Glifosato e non solo: le sostanze che superano i limiti
Andando nello specifico dei dati, le acque superficiali, 415 punti di monitoraggio (21% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti ambientali. “Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono gli erbicidi glifosato e il suo metabolita AMPA, il metolaclor e i fungicidi dimetomorf e azossistrobina“.
Se invece andiamo ad esaminare i dati per le acque sotterranee, sono stati 146 punti (il 5,2% del totale) dove si sono registrate concentrazioni superiori ai limiti. Ma anche per le falde si conferma il triste primato del glifosato: “Le sostanze più rinvenute sopra il limite sono: gli erbicidi glifosato e AMPA, il bentazone e i metaboliti atrazina desetil desisopropil e i fungicidi triadimenol, oxadixil e metalaxil“.
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Fino a 56 principi attivi in un solo campione
Le vendite di prodotti fitosanitari nel 2018 sono state pari 114.396 tonnellate e, registrano i tecnici dell’Arpa, dal 2009 al 2018 si è verificata una sensibile diminuzione delle quantità messe in commercio, “indice di un minore impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, dell’adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto e dell’aumento dell’agricoltura biologica”. Nello stesso periodo però c’è stato, apparentemente in controtendenza, un aumento della diffusione territoriale della contaminazione che interessa quasi tutte le regioni, soprattutto dovuto alla maggiore copertura ed efficacia dei monitoraggi. Nelle acque superficiali, specificano dall’Ispra, la percentuale di punti con presenza di pesticidi è aumentata di circa il 25%, in quelle sotterranee di circa il 15%.
I dati infine evidenziano come in passato la presenza di miscele nelle acque, con un numero medio di 4 sostanze e un massimo di 56 sostanze in un singolo campione. “Si deve quindi – conclude l’Ispra – tenere conto che l’uomo, come altri organismi, sono spesso esposti a miscele di sostanze chimiche di cui non si conosce la composizione e, quindi, non si può valutarne il rischio”.