Il digestivo giusto per superare indenni il cenone

DIGESTIVO

Siamo oramai alle porte di una delle più grandi prove di resistenza gastronomica che si possano immaginare, un vero e proprio decathlon gastronomico. Almeno due cenoni, qualche pranzo abbondante, non parliamo di riciclare gli avanzi ma di riassaporare piatti, dolci e altri manicaretti per almeno altre due settimane. Insomma, il nostro sistema digestivo sarà sottoposto a sforzi notevoli e ognuno cercherà soluzioni per alleviare il senso di pieno e di pesantezza post-prandiale ricorrendo a vari metodi. In alcuni casi però metteremo benzina sul fuoco rendendo ancora più faticoso lo smaltimento delle tante calorie e dei grassi in più di cui si è abusato. Molti digestivi, amari, ammazzacaffè etc. sono frutto di tradizioni legate a cene opulente dove i tanti piatti grassi e abbondanti nonchè le varie libagioni erano combattute con estratti di erbe spesso alcolici o addirittura con dei superalcolici come per chiedere un ultimo sforzo allo stomaco, al fegato e alla bile prima di cedere a Morfeo. Fortunatamente esistono possibilità reali per aiutare la digestione e sentirsi meglio senza per questo fare ricorso ad amari o altri prodotti.

Alla fine di un cenone preferisco l’ammazzacaffè che mi libera del peso della cena

FALSO L’ammazzacaffè segue da sempre il caffè perché il suo scopo era di ripulire tutto il grande guazzabuglio di sapori che si sono accavallati sulle papille gustative. Questa tradizione era un’abitudine degli aristocratici che si ritiravano in una smoking room per bere un liquore e fumare un sigaro e sfuggire a qualcosa d’altro. Il popolo imitò tutto questo sorseggiando l’amaro dopo il caffè per “riscaldarsi” stomaco e rallegrare l’umore. Oggi il superalcolico spesso racconta sapori, territori e tradizioni ed è quasi sempre offerto dalla casa a fine pranzo. Fra gli ammazzacaffè ci sono limoncello, whiskey, sambuca, cognac, cent’erbe, grappa, brandy, mirto, anice, laurino, cerasella, nocino, etc. In effetti, l’ammazzacaffè resetta il gusto. Ma la convinzione che faccia ripartire la digestione è falsa perché l’alcool, infiammando le mucose gastriche, non aiuta lo stomaco a fargli produrre i succhi digestivi di cui sentiamo il bisogno. L’alcool subdolamente inganna perché fa salivare e questo sembra un aiuto a digerire, ma il titolo dell’alcool di almeno 35° irrita le pareti gastriche e ne rallenta lo svuotamento. Tutto questo ci farà sentire più pesanti e con lo stomaco ancora più imbarazzato.

Io mi affido ad amari a base di erbe tradizionali, da sempre prodotti dai frati…

FALSO Qualcuno preferisce offrire i digestivi “conventuali” che sono preparati su tradizionali ricette tramandate da monaci e frati. Si usano piante ed erbe come liquirizia, anice, ginepro o cannella. Scelta eccellente perché tutte queste erbe sono ricche di composti salutistici, antiossidanti e funzionali quindi utili ai nostri scopi. Purtroppo, il limite di questi amari è nel metodo di estrazione che è da sempre basato sull’alcool per cui tutti gli effetti positivi dovuti alle varie erbe e piante aromatiche, segreto di ogni Convento o Abbazia, si annulla per l’infiammazione dovuta all’alcool.

Un amaro a fine cenone mi fa dimagrire e brucia le calorie in eccesso

FALSO Sarebbe meraviglioso abbinare l’effetto dimagrante al sapore di aromi di piante o di uve speciali. Spiace deludere, ma bere un amaro a fine pasto non ha questo effetto dimagrante. A dir la verità l’alcool che beviamo introduce altre calorie, in media circa 55 calorie se ci limitiamo ad un solo bicchierino, che si sommano a quelle del cenone appena finito. La sensazione di una buona digestione è falsa e deriva dal gusto amarognolo tipico di questi prodotti. Questo gusto amaro delle erbe insieme al bruciore di stomaco e al calore dell’alcool, crea una falsa sensazione di benessere a livello digerente. Il tutto sembra tramutarsi in una digestione più veloce e quindi pensiamo di avere un assorbimento dei nutrienti specie quelli calorici come i grassi, più efficiente. L’alcool ripulisce le pupille gustative dal grasso e la falsa sensazione di leggerezza a livello del palato, si trasmette a livello cerebrale illudendoci di avere digerito. Questo effetto psicologico ci fa credere che il cenone sia oramai un ricordo del passato e che non ci sia un pedaggio calorico da pagare. In effetti, se il titolo alcolico dell’amaro è superiore a 30° si osserva un effetto denaturante degli enzimi digestivi dello stomaco e se questi funzionano meno efficientemente, la digestione non solo la rallenta ma digeriamo meno proteine e zuccheri, ma l’alcool dell’amaro compensa abbondantemente la piccola perdita di calorie dovuta alla minore efficienza gastrica.

A fine cenone un po’ di frutta fresca e secca mi aiuta…

FALSO A fine cenone possiamo aiutare a digerire meglio ad esempio evitando l’abuso di frutta  perché gli zuccheri che contiene aumentano i processi fermentativi intestinali rendendo la digestione più lenta. Anche i tradizionali “scioccelle”, la frutta secca tipica del cenone napoletano che si associa ai cenoni natalizi sono da valutare. La frutta secca comprende noci, mandorle, nocciole, arachidi ma anche fichi secchi, datteri, pinoli e permettono di parlare, di conversare sono il whatsapp gastronomico per eccellenza. Le scioccelle, chiamate così perchè sono piccola cosa rispetto al cenone, danno un contributo di grassi rilevante. Infatti, parliamo di 690 calorie per le noci, 600 calorie per le arachidi e 610 calorie per i pistacchi e naturalmente tutto riferito a 100 grammi di prodotto. Di solito si accompagnano ai dolci o ai panettoni e pandori che hanno circa 400 calorie per una fetta di 100 grammi, senza parlare di quelli speciali con cioccolato, creme etc.

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Un calice di vino, dopo il cenone mi fa digerire

VERO Sorseggiare un calice di vino a bassa gradazione, circa 10-11° gradi alcolici, meditando e facendo tesoro degli utili antiossidanti per contrastare le reazioni ossidative che intanto stanno impazzendo nell’apparato gastro-intestinale può essere utile.

Per concludere la grande abbuffata offro una tisana calda ai commensali

VERO Un’alternativa che sicuramente porta dei vantaggi è prepararci una tisana o una semplice bevanda calda come il “canarino” che si prepara con delle scorze di limone non trattato messe in acqua bollente per due-tre minuti. Dopo di che si lascia raffreddare in una tazza da te e bevendola si aiuta la digestione. In altre parole, sfruttiamo gli oli essenziali degli agrumi che fanno produrre alla mucosa gastrica sia acido cloridrico, quindi del succo gastrico, che enzimi come le peptine permettendo così una digestione migliore e anche una motilità dell’intestino più efficace. Una soluzione più completa è una tisana calda dove si aggiungono alle scorzette di limone un paio di pezzi di radice di zenzero fresco. In mancanza si può ovviare con una limonata calda, ma con efficacia minore per la mancanza degli oli essenziali.

Mi alleno per arrivare in piena forma ai cenoni natalizi e credo sia una cosa utile

VERO Come ogni grande performance, in questo caso enogastronomica, un giusto metodo di preparazione e di avvicinamento al cenone può essere di aiuto. È inutile o dannoso addirittura digiunare dal giorno prima, arriveremo affamati e mangeremo ancora di più; meglio una colazione e un pranzo ricco di fibre così che aiutiamo l’intestino a prepararsi al combattimento a tavola. Inoltre, non potendo per ragioni legate al Covid-19 fare una passeggiata pre-cenone almeno evitiamo di fonderci con poltrone e divani e cerchiamo di restare in movimento. A tavola meglio mangiare lentamente, assaporare, masticare bene e valutiamo i piatti per quello che siamo oggi ovvero se siamo diversamente giovani non cerchiamo sassi da digerire ed è perciò inutile appesantirci. Non trascuriamo di bere, evitando però le bevande gasate, ma è consigliabile anche avere dell’acqua a tavola che ci mantiene idratati e aiuta a non strafare con le portate perché dà una sensazione di pienezza e sazietà. Alla fine del pasto evitiamo di cercare scuse per testare la morbidezza di divani, ma aiutiamo a rimettere tutto in ordine così da simulare una minima attività fisica e così spostiamo il nostro pensiero da ciò che c’era sulla tavola, a risistemare il campo di battaglia delimitato da cucina e sala da pranzo. Naturalmente, non esiste la ricetta magica per digerire, ma tutto può essere utile per ricordare queste feste in maniera serena e non collegandole solo al lockdown.