La lattoferrina va a ruba nelle farmacie: “”Protegge dal Covid”. Cosa c’è di vero?

Negli ultimi giorni, nelle farmacie si è registrata una vendita spropositata di integratori a base di lattoferrina, una sostanza protettiva contenuta naturalmente nel latte materno. A spingere molti italiani a comprarla è stata la notizia di uno studio autorizzato dal comitato etico del Policlinico Tor Vergata di Roma, pubblicato nel luglio scorso, che indaga sul “ruolo della lattoferrina orale e intra-nasale nel trattamento di pazienti Covid-19 da lieve a moderato e asintomatici per prevenire e trattare la malattia”.

A che serve la lattoferrina e dove si trova

Questa glicoproteina è un nutriente importante per l’apporto di ferro, e per la capacità di avere un’azione protettiva nei confronti di  della mucosa intestinale dei neonati. Particolare questo che la rende particolarmente efficace nei confronti di possibile infezioni microbiche alla base di coliche. E infatti viene venduta come integratore con funzioni antibatteriche, antiossidanti e immunoregolatrici. Chiarito questo, cerchiamo di capire se e cosa ci sia di fondato nella relazione tra assunzione di questo integratore e protezione dal coronavirus. Come riporta il blog della Federazione nazionale dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), “dottore, ma è vero che…”, Gli autori dello studio del Policlinico di Tor Vergata affermano che la lattoferrina “possiede delle proprietà antivirali estendibili al SARS-CoV-2”.

Risultati dello studio

Lo studio ha coinvolto 32 pazienti con Covid-19, età media di circa 55 anni, 22 dei quali presentavano sintomi da lievi a moderati mentre 10 erano asintomatici. Le malattie preesistenti più diffuse erano l’ipertensione, malattie cardiovascolari e demenza (in piccola percentuale). Gli effetti della somministrazione sono stati messi a confronto con quelli ottenuti in un gruppo di controllo composto da 32 volontari sani, negativi ai test per Sars-CoV-2, che non hanno ricevuto alcun tipo di trattamento. Nei 22 pazienti sintomatici trattati si è registrata la remissione dei sintomi in un lasso di tempo compreso tra 15 e 30 giorni, oltre alla la negativizzazione di tutti i pazienti. Quest’ultimo dato in sé non sembra di particolare rilievo, visto che secondo le statistiche dal Covid guarisce naturalmente circa il 98% dei contagiati.

I dubbi degli scienziati

Inoltre, ricorda il blog della Fnomceo, lo studio non è ancora stato sottoposto a revisione critica di altri ricercatori (peer-review), essendo stato inserito in un archivio di articoli in prepubblicazione disponibili alla consultazione. Oltre a questo, “il limite della numerosità estremamente bassa delle persone coinvolte nello studio – riconosciuto anche dagli stessi autori – potrebbe compromettere la validità stessa dei risultati”. Anche il popolare virologo  Roberto Burioni ha espresso le proprie perplessità: “Non esiste alcuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire o curare il Covid-19”. La risposta polemica della ricercatrice che ha coordinato lo studio, Elena Campione, è arrivata in breve: “È ancora doveroso riportare alcune utili evidenze scientifiche per illuminare qualche virologo abituato a vedere più telecamere che pazienti. L’attività antivirale in vitro nei confronti di Sars-Cov-2 si basa sulla capacità della lattoferrina di legarsi al virus e alle cellule dell’ospite inibendo le fasi precoci dell’infezione virale. È stato altresì dimostrato in vitro che la lattoferrina inibisce Sars-Cov-2 anche nella fase post-infezione”. I ricercatori di Tor Vergata hanno annunciato altri studi alla ricerca di conferme. Nel frattempo, a giudicare dalle evidenze scientifiche, l’unica cosa certa è che la lattoferrina fa bene al microbiota e al sistema immunitario dei neonati.