Ogni medaglia per quanto bella, ha il suo rovescio, per cui alcuni alimenti che mettiamo in tavola ci aiutano di meno e talvolta è meglio evitarne l’eccesso nel consumarli per sfavorire l’arrivo dell’influenza stagionale. Oggi quasi tutti hanno compreso che nutrirsi può migliorare la nostra salute, ma possono anche essere fonte di qualche problema. Gli abusi di alcuni alimenti, la scelta di prodotti a bassa qualità, la violenza che facciamo sul nostro organismo in cambio di un risparmio economico, possono provocare dei problemi di salute più o meno gravi. Fino a cent’anni fa mangiare equivaleva ad avere energie per lavorare l’intera giornata nei campi o nelle fabbriche, poi col tempo “nutrirsi” è equivalso a socializzare a fare del convivio e, da qualche anno, nutrirsi bene è sinonimo di stare meglio e in salute. Oggi possiamo associare il consumo errato di taluni alimenti ad una minore capacità di protezione.
Amo la carne rossa, in tutte le sue declinazioni e trovo che mangiandola starò certamente lontano dall’influenza
FALSO Se è vero che se ho l’influenza la logica vuole che debba introdurre nutrienti sostanziosi e pregiati come le proteine e se la FDA americana parla di circa 50 grammi al giorno anche in Europa ci attestiamo per i sedentari a un consumo di circa 56 grammi giornalieri, pesando circa 70 kg. Per combattere l’influenza scegliamo carni magre, meglio bianche come il pollame oppure del pesce. Il pesce ci aiuta fornendoci anche acidi grassi essenziali, che sono dei naturali antidolorifici, e dandoci anche proteine di alto valore biologico. Infine, il pesce ci rifornisce dei mattoni utili a produrre ormoni adatti a combattere lo stress dovuto all’esposizione al freddo. Questi alimenti, rispetto alla carne rossa, sono comunque ricchi di proteine, aminoacidi liberi e ferro ma hanno meno grassi e la loro digeribilità ci ruba meno energia senza affaticare l’apparato digerente che usiamo per le difese immunitarie. Per alcuni ricercatori, un eccesso di grassi animali per giunta con una elevata quota di grassi saturi, rallenta il recupero dagli stati influenzali o di raffreddamento perché impegna molto l’organismo debilitato. Occorre poi consumare come contorno più verdure ed ortaggi per avere un supporto di antiossidanti e vitamine potenziato e completare il tutto con frutta fresca ricca di sostanze salutistiche. Una buona combinazione può essere del pesce, condito con olio extravergine di oliva, succo di limone e qualche spezia; in questo modo siamo più pronti a difenderci dall’influenza. Fateci caso e scoprirete che sembra simile a quanto le nonne ci dicevano se eravamo appena accaldati o raffreddati.
Non amo molto i cibi fritti o super trattati, credo che non aiutino contro l’influenza di stagione
VERO Chi non adora o gradisce i cibi molto trasformati come gli snack ad esempio oppure i tanti snack fritti che troviamo dappertutto! Eppure dobbiamo disilludere tutti questi consumatori. Il continuo e eccessivo consumo di prodotti spesso salati, spesso innaffiati con bibite gasate di annata, comporta dei rischi di tipo anche cardio-circolatorio, ma il troppo salato sbocconcellato a letto in attesa di farsi passare l’influenza comporta problemi di digestione e soprattutto può contribuire ad una deleteria disidratazione generale del corpo. L’acqua è parte di noi per il 65% circa e perderla crea problemi perché si cambia l’ambiente in cui funzionano meglio ad esempio le reazioni di sintesi degli anticorpi o degli enzimi in generale che ci aiutano a prevenire l’influenza o a combatterla quando si è palesata. Il senso di stanchezza che si prova è una logica conseguenza di questo squilibrio. Se aggiungiamo troppi fritti alla dieta anche l’intestino deve super lavorare distraendo il nostro metabolismo da una ripresa veloce e più efficace. Non occorre salare troppo i piatti e anche gli abusi di alcolici indeboliscono l’organismo aprendo ai virus o ai batteri delle porte in cui infilarsi. Questi comportamenti non garantiscono certo un recupero rapido della forma fisica quando l’influenza è alla sua naturale fine. Il corpo ha bisogno del giusto riposo in qualità e quantità, tutto ciò è fondamentale per ammalarsi di meno o per tornare in forma più rapidamente.
Se un diamante è per sempre, un dolcino basta ad allietare una serata…
VERO Come sempre la chiusura di un pasto col dolce è concesso, magari il pranzo e non la cena per non caricarci di zuccheri in eccesso e pagare poi dazio con una notte in cui glicemia, insulina, cortisolo etc. impazziscono a rincorrersi a nostre spese. Il cortisolo è un ormone pressoché costante nelle 24 ore, con un picco massimo nelle prime ore del mattino, verso le 3, e un picco minimo che si ha con le prime ore di riposo notturno, verso le 24. Un eccesso di zuccheri rende la produzione di cortisolo confusa e questo rende il riposo notturno in parte sprecato dal fatto che il nostro organismo è costretto a produrre molecole che ancora non occorrono ma che intanto distraggono la linea di produzione da fare qualcosa di necessario a biosintetizzare qualcosa di superfluo. Una dieta ricca di zuccheri, sotto forma di dolci e ma anche di bibite gasate, porta a impegnare il nostro corpo a dedicarsi all’attività che più vorremmo evitare: l’ingrassamento. Questa distrazione metabolica dovuta a un eccesso di dolciumi come indiretta conseguenza che la fase rinforzo delle difese immunitarie risulta meno efficiente. È come se gli assediati in un castello usassero tutte le loro riserve di tempo e soldati per stipare nelle dispense il cibo senza preoccuparsi di presidiare le mura e quindi, tenersi pronti alla pugna con gli avversari.