Greenpeace Germania ha reso pubblica una versione avanzata di quella parte del trattato UE-Mercosur rimasta ancora segreta. Mentre la parte commerciale era già stata resa pubblica e fortemente criticata da associazioni e movimenti, infatti, mancava tutto il contorno, cioè l’accordo di associazione con i principi e le linee di indirizzo che dovrebbero dare la direzione alla parte economica.
Il reale impatto dell’accordo
“I promotori sostenevano che in questa parte del trattato ci sarebbero state tutte le protezioni ambientali e sociali necessarie a evitare la deriva distruttiva paventata dai detrattori” scrive la campagna Stop Ttip-Ceta Italia, “La realtà , purtroppo, è che avevamo ragione noi, attivisti e gruppi della società civile preoccupati per l’impatto dell’accordo UE-Mercosur su deforestazione, piccola agricoltura, sicurezza alimentare, diritti umani e futuro delle comunità indigene in Amazzonia”.
Secondo la rete di Ong, infatti, “L’accordo di associazione pubblicato da Greenpeace non ha infatti disposizioni solide per garantire l’applicazione dell’accordo di Parigi sul clima, né le convenzioni internazionali sui diritti del lavoro. Il gioco è sempre lo stesso: si menzionano gli impegni per ambiente e diritti, ma non esistono norme vincolanti per le imprese che si macchiano di violazioni. Non esiste infatti la possibilità di interrompere gli scambi economici a fronte di illeciti, né si trova traccia di meccanismi di sanzione”.
Assenza di controlli democratici
Greenpeace sottolinea l’assenza di controllo democratico del trattato: i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo sono infatti esclusi dagli organi decisionali nominati per sorvegliarne l’applicazione. Il tutto in un contesto di crisi ecologica devastante, con la deforestazione cresciuta del 34% nell’ultimo anno e i roghi che nel 2020 hanno raggiunto record che non si vedevano da prima del 2012. “Approvare un trattato con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) sarebbe un atto di complicità diretta dell’Unione europea e dell’Italia in questo crimine ambientale, perché l’accordo prevede un aumento delle importazioni di carne, soia e biocarburanti che sono le principali filiere responsabili della deforestazione in Amazzonia” sostiene Stop Ttip-Ceta, “In cambio, aumenterebbe l’export europeo di auto inquinanti, un’industria che invece di riformarsi cerca nuovi mercati nei paesi emergenti per continuare business as usual”.
“L’Italia batta un colpo”
“L’Italia deve battere un colpo – scrive Stop Ttip-Ceta, “Il silenzio che regna nel nostro paese è assordante, mentre intorno in Europa diversi governi hanno avanzato preoccupazioni per l’incompatibilità del patto UE-Mercosur con il Green deal europeo e l’accordo di Parigi. Chiediamo al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova e al Ministro delle Politiche europee Enzo Amendola di battere un colpo. Vogliamo sapere qual è la posizione italiana subito e vogliamo che il nostro Paese metta il veto in Consiglio europeo sulla ratifica. E’ passato troppo tempo: vogliamo risposte adesso. #StopEuMercosur”
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