Spesso non trovo il prezzo al chilo sulla verdura fresca: è obbligatorio esporlo?

Caro Salvagente,

è obbligatorio nei supermercati esporre il prezzo al chilo dell’insalata lattuga fresca venduta sfusa?

Grazie

Carlo Bastianelli

Caro Carlo, cominciamo subito con la risposta: sì il prezzo al chilo deve essere sempre esposto sul cartellino di frutta e verdura fresche vendute sfuse in quanto è un obbligo di legge.

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Vero è che quando acquistiamo la frutta e la verdura fresche non abbiamo troppe informazioni. Ma vediamo cosa deve (e non) riportare il cartellino e quali altre informazioni possiamo ricavare. Innanzitutto questi alimenti non devono riportare la tabella nutrizionale, non hanno l’obbligo (fatta eccezione dell’ortofrutta tagliata e imbustata) di riportare la data di scadenza e sui cartellini non è bisogna indicare neanche il produttore o il confezionatore.

Tuttavia su frutta e verdura non possono essere utilizzati coloranti, né naturali né di sintesi, mentre sono ammessi alcuni additivi come la gommalacca, l’E904, negli agrumi in superficie. In questo caso la loro presenza deve essere indicata.

Sui cartellini deve però figurare:

– la denominazione di vendita e la varietà (Insalata lattuga);

– il paese di origine;

– la categoria merceologica;

– il prezzo al chilo.

Esistono tre categorie merceologiche:

  • la categoria extra l’ortofrutta contenuta nelle cassette (Regolamento CE 48/2003) “non deve presentare difetti, ad eccezione di lievissime alterazioni superficiali che non devono pregiudicare l’aspetto globale e la qualità”;
  • la categoria I: “sono ammessi leggeri difetti, a condizione che non pregiudichino l’aspetto globale e la qualità” complessiva;
  • la categoria II: comprende i prodotti che non possono essere classificati nelle due precedenti, hanno sicuramente più difetti esteriori ma non tali da “pregiudicare la conservazione e la presentazione” del prodotto stesso.

Se acquistiamo invece delle mele cellofanate le indicazioni in etichetta cambiano in quanto il prodotto si intende confezionato. E allora oltre alle informazioni per le mele fresche sfuse, troveremo obbligatoriamente anche il numero di lotto e il nome e indirizzo del confezionatore e/o produttore. Non è raro trovare anche la data di confezionamento anche se non è obbligatoria.

Discorso diverso per la frutta o la verdura di IV gamma (quella in busta) ovvero quella lavata, tagliata e pronta al consumo: oltre al prezzo (molto più alto del fresco), cambia anche il contenuto dell’etichetta. Questi prodotti a differenza dei “colleghi” freschi devono essere etichettati e riportare:

– il nome di vendita e la specificazione “Prodotto (o denominazione della varietà) lavato e pronto per il consumo” oppure “…pronto da cuocere”. Ad esempio “Insalata lattughino lavata e pronta per il consumo”;

– la data di scadenza;

– la lista degli ingredienti: in genere sono riportate le varietà di ortaggi presenti;

– il paese o la zona geografica di origine;

– l’eventuale indicazione “confezionata in atmosfera protettiva” e le istruzioni per l’uso per i prodotti da cuocere e la dicitura “conservare in frigo a temperatura inferiore a 8°C”. Per i prodotti pronti per il consumo inoltre l’indicazione: “Consumare entro due giorni dall’apertura della confezione e comunque non oltre la data di scadenza”;

– il peso netto;

– il numero di lotto;

– il nome e la ragione sociale del produttore o del confezionatore;

– la tabella nutrizionale.