I bambini che vivono nelle aree agricole sono più colpiti dai tumori al cervello. Lo studio

È il primo studio in Europa a misurare l’incidenza dei tumori cerebrali in diverse regioni di un paese. E i risultati ottenuti hanno spaventato i ricercatori e l’opinione pubblica: i bambini sviluppano tumori cerebrali più spesso nelle zone dove si utilizzano di più i pesticidi.

I risultati ottenuti da ricercatori dell’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna sono basati su una rivelazione statistica di 1290 casi di cancro al cervello in Svizzera dal 1985, data in cui è stato istituito il registro dei tumori dei bambini, fino al 2015.

E hanno evidenziato la maggiore incidenza di tumori nel Zürcher Weinland e nel Seeland, aree ad uso intensivo agricolo. Gli agricoltori spruzzano grandi quantità di pesticidi nei vigneti, nei frutteti e nei campi di ortaggi. Centinaia di tonnellate di sostanze, alcune delle quali sono tossiche anche in piccole quantità.

Le particelle tossiche, ovviamente, non si fermano sulle piante bersaglio ma possono anche essere rilevate nella polvere domestica, nell’urina umana e nell’acqua potabile.

Nella primavera dello scorso anno, le famiglie dei bambini elvetici morti per tumore cerebrale si sono rivolte alle autorità di Zurigo. Hanno chiesto ai funzionari di chiarire i dubbi sulle malattie che colpivano i figli nella loro zona. Il 18 giugno 2019 un gruppo cantonale di esperti ha confermato l’aumento del rischio di cancro al cervello per i bambini nel cantone di Zurigo.

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“Aumento del 39% dal 2005 al 2015” si legge nella nota. Gli esperti di Zurigo non hanno chiarito le possibili ragioni di questa percentuale anomala di tumori cerebrali. Unica certezza: nelle analisi dell’acqua potabile, non hanno trovato “nessuna spiegazione causale” per l’aumento del rischio”.

I risultati ottenuti dai ricercatori e dagli specialisti in medicina preventiva dello studio nazionale dell’Università di Berna, invece, suggeriscono una causa precisa: i pesticidi sono “una possibile spiegazione per l’aumento del rischio di cancro”.