Presto le accise sui carburanti potrebbero essere equiparate, ovvero sul diesel le tasse sulla produzione verranno innalzate al livello di quelle che gravano sulla benzina. Potrebbe essere questo uno dei primi effetti dell’uscita del ministro dell’Ambiente Sergio Costa che in un’intervista al Sole 24 Ore ha annunciato la riforma dei cosiddetti Sad, i Sussiddi ambientalmente dannosi (pesano oggi per 19,8 miliardi all’anno), come appunto le accise più basse sul diesel (inquinante se non più almento quanto la “verde”) rispetto alla benzina. Un provvedimento tuttavia che per l’opinione pubblica potrebbe corrisponde ad alzare le tasse alla pompa. Netta è la Federconsumatori che con il responsabile Energia, Alessandro Petruzzi spiega al Salvagente: “No agli aumenti sui carburanti, sì alla rimodulazione delle agevolazioni con un’unica visione unitaria del governo però, perché altrimenti il ministero dell’Ambiente fa le sue proposte, quello dello Sviluppo produttivo le sue e in mezzo restano i consumatori”. Di “ingiustizia energetica, se non di vera e propria follia” parla Enrico De Vita, giornalista ed esperto del settore automobilistico.
Rincarare il diesel significa per i consumatori un aumento di spesa stimata in circa 5 miliardi di euro all’anno. Dai rincari però non sarebbero toccati gli autotrasportatori perché come ha spiegato al Sole lo stesso Costa “L’autotrasporto non è stato preso in considerazione dalle misure esaminate dalla commissione interministeriale. Il differente trattamento fiscale tra gasolio e benzina, uno dei Sad di cui si è occupata la commissione, non ha nulla a che fare con le agevolazioni di cui gode il settore dell’autotrasporto”. Quindi le agevolazione per i Tir restano mentre il rischio aumenti per gli altri automobilisti è molto probabile.
Spiega ancora Alessandro Petruzzi, responsabile Energia della Federconsumatori: “Non ci può essere nessun aumento: la situazione è già drammatica per la crisi sanitaria non possiamo ora permetterci aumenti sui carburanti. Cosa diversa, che condividiamo, è quella di rimodulare le accise e le agevolazione ma senza aumentarle.
C’è poi da fare un’ultima considerazione. Le auto con molti cavalli – le quali si presume emettano più inquinanti – pagano un surplus per il bollo e spesso sono alimentate a gasolio. Quindi queste potrebbero essere chiamate una seconda volta a versare un contributo verde, con l’aggravio sul bollo in primis, e con l’aumento del diesel poi.
Ma nello stesso meccanismo del bollo c’è una contraddizione: più l’auto invecchia – e quindi si presume perda la sua efficienza nel contenere gli inquinanti – e più il bollo si abbassa. Non si potrebbe, signor ministro, partire dal rivedere questo assurdo meccanismo?
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