Con la riapertura della scuola e con la paura del contagio, è fondamentale riuscire, ovviamente sempre assistiti dal pediatra o dal medico di famiglia, a capire se i sintomi che nostro figlio avverte sono legati a un’influenza di stagione oppure se sono i prodromi del Covid-19. Di seguito i consigli degli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma:
Il primo campanello d’allarme è la febbre. I pediatri del Bambino Gesù invitano i genitori a tenere d’occhio – e a non sottostimare – i segnali che possono indicare che il bambino abbia contratto il Covid-19 e non l’influenza stagionale che, con l’inizio della scuola, si manifesta con episodi di febbre e tosse.
La temperatura superiore ai 37,5° o la comparsa di almeno un sintomo tra tosse insistente e senza catarro, brividi, dolore muscolare, gola infiammata e mal di testa possono indicare che il bambino sia stato infettato dal virus SARS-CoV2. Sono stati segnalati altri sintomi meno comuni come nausea, vomito, diarrea, perdita del gusto o dell’olfatto. In ogni caso la febbre oltre i 37,5°, che non scende nemmeno con gli antipiretici, è il primo segnale importante.
Se si sospetta che il bambino sia entrato in contatto stretto con un caso confermato o probabile di Covid-19 nei 14 giorni precedenti la comparsa dei primi sintomi, è importante che rimanga a casa e che vanga contattato il pediatra, che identificherà i sintomi e, a seconda della loro gravità, potrà far eseguire i test necessari.