I servizi a pagamento attivati senza il consenso del proprietario, sono tra gli incidenti più fastidiosi che possano capitare a chiunque abbia uno smartphone. Anche perché spesso sono favoriti da politiche furbe, quando non proprio truffaldine, messe in atto dagli stessi fornitori di oroscopi, gossip, aggiornamenti sportivi via sms. Da tempo l’Autorità garante per le comunicazioni sta lavorando a una regolamentazione che ponga fine a questa pratica, e finalmente ha pubblicato una proposta da sottoporre a consultazione pubblica, che comincerà a entrare in vigore il prossimo 18 settembre.
Il barring di default su tutte le nuove sim
Sostanzialmente le modifiche presentate sono contenute in tre articoli. Nel primo si dispone che gli operatori telefonici dispongano sulle nuove sim il blocco di default dei servizi premium in abbonamento, avendo cura che tale forma di blocco non inibisca la fruizione di numerazioni per servizi a sovrapprezzo 89X, sms per servizi bancari; sms per il mobile ticketing per il trasporto pubblico e per i parcheggi. In particolare, lascia un po’ perplessi il via libera agli 89X, tra cui ci sono anche gli 899, visto che spesso sono proprio questi a tramutarsi in spillasoldi involontari. Potrebbe trasformarsi in un cavallo di troia per i furbi del servizio premium.
Anche per le sim già attivate il blocco previo avviso
Ad ogni modo, continuiamo con le richieste dell’Agom: Gli operatori di accesso dispongono sulle sim già attivate il medesimo blocco solo dopo aver acquisito il consenso del cliente; Gli operatori di accesso rendono disponibile ai clienti almeno le seguenti modalità di attivazione e di disattivazione del blocco: tramite customer care parlando con un operatore, tramite customer care con modalità automatiche, tramite web page di self care e/o app di self care. La richiesta del cliente di rimuovere o attivare il blocco è sempre seguita dall’invio, da parte dell’operatore di un sms e da una notifica in App di conferma, contenente una chiara informativa sulla volontà espressa dal cliente.
La doppia password per evitare fregature
L’articolo 2 si concentra sull’acquisizione della prova del consenso, Diventa necessario che l’espressione di volontà dell’acquisto del servizio avvenga mediante invio di una prima Otp (password usa e getta) al cliente il quale dovrà inserirla manualmente in una pagina web oppure rispondere con un sms ad un predeterminato numero; l’espressione della volontà del cliente di acconsentire all’addebito sul proprio conto telefonico il prezzo del servizio deve avvenire mediante invio di una seconda otp al cliente il quale dovrà inserirla manualmente in una pagina web oppure rispondere con un sms ad un predeterminato numero.
Tempi e sanzioni
Nell’articolo 3 vengono stabilite le tempistiche: “Le disposizioni di cui all’articolo 1 entrano in vigore entro 30 giorni dalla data di pubblicazione della presente delibera sul sito web dell’Autorità”. E dunque entro il 18 settembre (data entro cui è possibile rispondere alla consultazione pubblica); “Le disposizioni di cui all’articolo 2 entrano in vigore entro 120 giorni dalla data di pubblicazione della presente delibera sul sito web dell’Autorità”. E dunque entro metà dicembre. In caso di non rispetto delle disposizioni sono previste sanzioni.
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La sperimentazione attuale è insufficiente
A spingere l’Agcom a imporre misure più dure sono state le considerazioni maturate sull’osservazione della sperimentazione di autoregolamentazione proposta da Asstel (che rappresenta gli operatori delle telecomunicazioni) a partire dal 2017. “L’attuale sistema di acquisizione del consenso – scrive l’Agcom – basato sul doppio click, prevede un doppio input da parte dell’utente, ma non rilascia all’utente una prova della manifestazione del proprio consenso la quale, invece, è fornita dall’operatore e, come già rammentato, ricorrendo a log di attivazione difficilmente comprensibili all’utente medio”.