“Toccato il punto più basso della storia della salute pubblica” è il commento apparso sul sito dell’autorevole Bmj, il British medical journal alla notizia dei rapporti tra Coca-Cola e il Global Energy Balance Network, una lobby di professori universitari, statunitensi perlopiù, intenti a minimizzare o a nascondere gli effetti dello zucchero sull’obesità .
I legami pericolosi emergono dall’analisi di migliaia di e-mail condotta dalla Ong investigativa Right to know e pubblicata dal Public Health Nutrition in cui si dimostra “fino a che punto la Coca-Cola ha cercato di oscurare la sua relazione con gli scienziati, minimizzare la percezione del suo ruolo e utilizzare i ricercatori per promuovere informazione favorevole del settore. I risultati – come ha commentato uno degli autori dell’analisi – hanno rappresentato un ‘punto basso nella storia della salute pubblica'”.
Acluni accademici del Regno Unito (Università di Oxford e la London School of Hygiene & Tropical Medicine) e dell’Italia, che insegnano alla Bocconi, hanno collaborato con il gruppo statunitense Right to Know per ottenere e analizzare oltre 18.000 pagine di corrispondenza mail tra la Coca-Cola Company, la West Virginia University e l’Università del Colorado. Il gruppo ristretto dei destinatari di queste mail era noto come “e-mail family” ed entrambe le università facevano parte di un “gruppo di facciata” finanziato dalla Coca-Cola chiamato Global Energy Balance Network (Gebn), una rete globale di scienziati che si dice fosse stata creata dalla multinazionale per minimizzare i legami tra obesità e bevande zuccherate.
Il gruppo Gebn ha escluso finanziamenti diretti da parte di Coca-Cola anche se dall’analisi delle mail sono emerse due principali strategie.
La prima mirava ad oscurare il ruolo della Coca-Cola come fonte di finanziamento. In uno scambio di e-mail, ad esempio, i ricercatori hanno cercato di gonfiare il numero di partner e donatori in modo che non sembrasse che la Coca-Cola fosse il donatore principale. Riporta l’edizione on line del Daily Mail: “A un certo punto dovremo svelare questo (finanziamento della Coca-Cola, ndr). La nostra preferenza sarebbe quella di avere altri finanziatori… In questo momento, abbiamo due finanziatori. Coca-Cola e un donatore individuale anonimo … Includere le università come finanziatori/sostenitori supera il test del viso arrossato?”.
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La seconda strategia consisteva nel costruire la coalizione, che includeva l’istituzione della rete di ricercatori della Coca-Cola e l’instaurazione di relazioni con i politici per favorire finanziamenti per alcune ricerche e carriere universitarie.
Ciò ha riguardato ricercatori che hanno incontrato membri della West Virginia Legislature e Coca-Cola a sostegno di un piccolo gruppo di scienziati chiamato “e-mail family” dall’allora vice presidente della Coca-Cola Rhona Applebaum.
La “famiglia di e-mail” della Coca-Cola è solo l’ultimo esempio della spaventosa commercializzazione dell’università e del lavoro di sanità pubblica “, ha affermato Ruskin di Right to know.