Vale 10 miliardi di dollari all’anno il mercato illegale dei pesticidi che, dal Sud America all’Europa, copre circa il 20% dei trattamenti impiegati. Il business è in mano alle mafie dei diversi paesi che producono o importano illegalmente i principi attivi e li rivendono sottocosto. A novembre scorso avevamo raccontato nell’inchiesta di copertina il piatto crimanale, l’uso di pesticidi illegali nelle campagne dell’Agro Pontino a Sud di Roma e nelle serre della Sicilia orientale.
Il Washington Post in una lunga inchiesta ha documentato gli affari della mafia brasiliana acquista – come documentato anche da alcune inchieste della magistratura italiana – i principi attivi in Cina, li trasporta attraverso il confine con il Paraguay, sintetizza i formulati per poi venderli al mercato nero in Brasile.
Non va certo meglio nel Vecchio Continente, dove secondo le stime della Commissione europea il 13,8% degli agrofarmaci usati sono illegali. Secondo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità gli agrofarmaci, contraffatti e non debitamente autorizzati e utilizzati, sono responsabili ogni anno di 3 milioni di intossicati e di oltre 200mila morti, soprattutto tra gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo che hanno poche conoscenze sul loro utilizzo.