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“Questo si ricicla o è riciclato?” La giungla dei simboli green sulle confezioni

Di
Leonardo Masnata
-
24 Maggio 2020
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    Gran parte dell’etichettatura del riciclaggio della plastica è “confusa e incoerente”, secondo una valutazione globale del riciclo e della sostenibilità di etichettatura curata dal programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e la rete Consumers International. Come riporta FoodNavigator, in tutto il mondo, i paesi stanno adottando misure per combattere i rifiuti di plastica. Tuttavia, secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite, “È necessario fare molto di più” per passare a modelli di consumo e produzione sostenibili”. Tra le ragioni c’è il fatto che “Un elemento cruciale ma spesso trascurato di questa transizione sono i clienti. Le decisioni che prendono su quali prodotti acquistare e su come smaltirli lasciano un’influenza cruciale sui processi di produzione e sui livelli di perdite di plastica. Tuttavia, troppo spesso l’onere per comprendere una serie di informazioni confuse, contraddittorie o fuorvianti è posto sui consumatori.”

    Mappatura globale di standard, etichette e dichiarazioni

    Secondo Helena Leurent, direttore generale di Consumers International, “Spesso i consumatori guardano gli imballaggi al fine di trovare informazioni su come smaltire correttamente il prodotto. Fornire informazioni chiare, accessibili e affidabili sulla sostenibilità degli imballaggi in plastica dei prodotti può aiutare a informare il consumatore e rendere la sostenibilità la scelta facile e contribuire a ridurre i rifiuti di plastica non necessari nell’ambiente”. Secondo i loro risultati, il 19% delle 31 etichette mondiali valutate ha ottenuto un punteggio negativo dagli esperti, il 19% era positivo e il resto ha ottenuto risultati contrastanti o neutri.

    I giudizi sui loghi

    Il logo EUCertPlast, certificazione europea per il riciclo di plastica, ha ricevuto una risposta intermedia. È trasparente, ma l’immagine è difficile da interpretare. Per quanto riguarda le etichette per la guida al riciclaggio, ad esempio, l’etichetta “On-Pack Recycling Label” del Regno Unito (OPRL) ha ottenuto risultati positivi, con gli esperti che ritengono il logo chiaro e pertinente. Il logo “EUCertPlast” – creato da Plastics Recyclers Europe – ha invece ricevuto una risposta “mista”. Gli esperti hanno apprezzato la sua trasparenza ma hanno trovato l’immagine difficile da interpretare. Per quanto riguarda le etichette per il finanziamento del riciclaggio – che sono progettate per indicare che le aziende hanno versato un fondo per sostenere infrastrutture di riciclaggio, schemi di deposito e partenariati per il riciclaggio – gli intervistati hanno anche notato una certa confusione.

    Il logo “punto verde” crea confusione

    L’etichetta “Punto verde”, che significa che per tale imballaggio, un contributo finanziario è stato versato a un’organizzazione nazionale competente per il recupero degli imballaggi, è stata negativamente ricevuta. La sua interpretazione non è chiara, secondo gli intervistati: “non significa riciclabile, ma le immagini suggeriscono il contrario”. Il logo “Pant, A, B, C” della Danimarca – utilizzato nel sistema di riciclaggio nazionale per indicare quali bottiglie possono essere restituite per riscuotere un rimborso del deposito – è stato l’unico logo a ricevere una valutazione positiva in questa categoria.

     

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    Biobased o biodegradabile?

    Ci sono poi comuni confusioni sulle spiegazioni stampate sulle confezioni. L’affermazione “Realizzata in plastica riciclata”, continua FoodNavigator citando il rapporto, ad esempio, può essere confusa con l’affermazione “Riciclabile”. “Biobased” può essere erroneamente interpretato come “biodegradabile” dai consumatori e l’affermazione “compostabile e biodegradabile” è “potenzialmente insignificante”. Questo perché “solo una percentuale molto piccola” di persone ha accesso all’infrastruttura appropriata per compostare il materiale. “L’etichettatura sugli imballaggi in plastica, comprese le bevande e altri prodotti alimentari, non sempre fornisce informazioni chiare e fruibili per i consumatori”, ha dichiarato Helena Leurent, aggiungendo: “Insieme alla mancanza di coerenza tra marchi e paesi, ciò crea confusione in termini di sostenibilità, riciclabilità e altre caratteristiche del packaging.”

    Cinque raccomandazioni globali

    Secondo gli autori dello studio, un approccio globale e di tutti i portatori d’interesse del settore è l’unico modo per affrontare la crisi dell’inquinamento da materie plastiche e minimizzare la confusione dei consumatori. Per questo lo studio conclude con cinque raccomandazioni globali per aziende, responsabili delle politiche e setter standard.

    1. Le aziende dovrebbero seguire le Linee guida per la fornitura di informazioni sulla sostenibilità dei prodotti nelle loro comunicazioni sugli imballaggi in plastica

    2. Le definizioni relative al contenuto e alla riusabilità degli imballaggi in plastica devono essere armonizzate a livello globale.

    3. Gli standard, le etichette e i reclami devono riflettere meglio le condizioni reali

    4. L’uso del simbolo “Frecce che si inseguono” dovrebbe essere usato solo per indicare la riciclabilità e non anche nei “punti verdi”

    5. Le informazioni e le etichette guida per il riciclaggio verificate devono essere adottate e deve essere applicato l’uso corretto

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