Il ritorno per 4 milioni di italiani, oltre a rappresentare un sospiro di sollievo per chi era costretto a casa, porta con se anche delle legittime preoccupazioni riguardo la sicurezza. Il governo, le parti sociali, e le associazioni di categorie hanno concordato delle misure di sicurezza che prevedono il distanziamento e l’adozione dei dispositivi di protezione individuale (dpi). Tra questi ci sono le mascherine. In questi mesi di allarme coronavirus, gli italiani hanno imparato a familiarizzare con i diversi modelli. Meno chiaro è invece quando nei posti di lavoro, a seconda del tipo di occupazione, è consigliato indossare un tipo di mascherina invece che un altro. Da questo punto di vista, sono utili le indicazioni dell’Associazione italiana degli igienisti industriali, che ha pubblicato il documento “Indicazioni per la tutela della salute dei lavoratori nel contesto dell’emergenza Covid-19” elaborato dal dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell’Università dell’Insubria.
Innanzi tutto, l’Aidii elenca le classificazioni in base al tipo di rischio per i lavoratori. “Il livello del rischio dipende in parte dal tipo di attività svolta, dalla necessità di contatto con soggetti noti per essere (o sospettati di essere) infetti da SARS-CoV-2. In funzione della classe di rischio di esposizione stimata, si renderanno necessari specifici interventi operativi a tutela della salute dei lavoratori” scrivono gli esperti.
Classificazione del rischio
Rischio molto elevato di esposizione
I lavori a rischio di esposizione molto elevato sono quelli con un elevato potenziale per esposizione a fonti note o sospette di Covid-19 durante specifiche procedure mediche, post-mortem o di laboratorio. I lavoratori in questa categoria includono:
- Operatori sanitari (ad es. Medici, infermieri, dentisti, paramedici, tecnici medici di emergenza) coinvolti in procedure che generano aerosol (ad es. intubazione, procedure che possono comportare l’induzione di tosse, broncoscopie, alcune procedure ed esami odontoiatrici, raccolta di campioni invasivi) su pazienti Covid-19 noti o sospetti;
- Personale sanitario o di laboratorio coinvolto nella raccolta o manipolazione di campioni da pazienti Covid-19 noti o sospetti;
- Il personale sanitario e tecnico del servizio di obitorio, coinvolto nell’esecuzione di autopsie (che generalmente comportare procedure che generano aerosol) sui corpi di persone che sono note per avere, o sospettate di avere, Covid-19 al momento della loro morte.
Rischio alto di esposizione
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I lavori ad alto rischio di esposizione sono quelli con un alto potenziale per esposizione a fonti note o sospette di Covid-19. Lavoratori in questa categoria includono:
- Personale dedicato all’assistenza sanitaria (ad es. Medici, infermieri e altro personale ospedaliero) che possono entrare in contatto con pazienti Covid-19 noti o sospetti (Nota: quando tali lavoratori eseguono procedure che possono comportare la generazione di aerosol procedure, il loro livello di rischio di esposizione diventa molto elevato.)
- Operatori coinvolti nel trasporto (ad es. paramedici e operatori del servizio di ambulanza) di pazienti Covid-19 noti o sospetti in veicoli chiusi.
- Operai mortuari coinvolti nella preparazione (ad es. Per sepoltura o cremazione) i corpi delle persone che sono noti per avere, o sospettato di averlo, al momento della loro morte.
- Rischio medio di esposizioneI lavori a rischio di esposizione media includono quelli che richiedono contatto frequente e / o stretto (cioè entro 1 metro da) con persone che possono essere infettate con Sars-CoV-2, ma che non sono pazienti Covid-19 noti o sospetti. I lavoratori di questa categoria possono avere contatti frequenti con il pubblico (ad es. addetti alle consegne di beni e merci, personale addetto alla sicurezza o all’ordine pubblico, lavoratori in punti vendita al dettaglio o all’ingrosso, etc.) e con altri colleghi.
Rischio basso di esposizione
I lavoratori a basso rischio di esposizione sono quelli impiegati in lavori che non richiedono il contatto con persone sospettate o note per essere infetti da Sars-CoV-2, né frequenti contatti ravvicinati (entro 1 metro da) con il pubblico e con altri colleghi.
Tipo di mascherina a seconda del rischio
“L’uso di mascherine medico-chirurgiche o di dpi per le vie respiratorie aggiuntivi a quelli eventualmente già in uso non è raccomandato per i lavoratori a basso a rischio di esposizione. I lavoratori dovrebbero continuare a utilizzare il dpi che normalmente userebbero per le normali attività lavorative, qualora previsti” scrive il documento. I lavoratori con rischio di esposizione medio potrebbero aver bisogno di indossare una combinazione di guanti, camice, visiera e/o occhiali e protezione delle vie respiratorie. L’insieme dei dpi per i lavoratori nella categoria di rischio medio di esposizione varia in base all’attività lavorativa, ai risultati della valutazione dei pericoli del datore di lavoro e ai tipi di esposizioni che i lavoratori hanno sul lavoro.
È bene notare che, per quanto ad oggi non sia stato normato l’uso di mascherine medico-chirurgiche per operatori non sanitari, e/o come protezione personale per lavoratori generici e popolazione generale, l’utilizzo di tali presidi è comunque consigliabile come misura di prevenzione generale e l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare comunque una mascherina medico-chirurgica quando si sospetta di aver contratto il Sars-CoV-2 e/o si presentano sintomi quali tosse o starnuti, o quando è necessario entrare in contatto con una persona con sospetta infezione da Sars-CoV-2. L’utilizzo di veri e propri dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie (le mascherine Ffp) dovrebbe essere attentamente valutato per tutti gli operatori che possano entrare in diretto contatto con il pubblico, con persone con sintomi respiratori, oppure con soggetti con diagnosi sospetta o acclarata di Covid-19, oltre che con soggetti posti in regime di quarantena (rischio medio). “Si raccomanda ad ogni modo di seguire rigorosamente e scrupolosamente – anche negli ambienti di lavoro – tutte le indicazioni relative ai comportamenti e le precauzioni generali da tenere in luoghi pubblici e in ambiente domestico disposte nel contesto dell’emergenza da Covid-19” aggiungono gli esperti.
L’efficacia di chirurgiche e Fpp
Indossare una mascherina chirurgica è una delle principali misure di prevenzione per limitare la diffusione di alcune malattie respiratorie. Le mascherine medico-chirurgiche sono maschere facciali lisce o pieghettate (alcune hanno la forma di una coppetta) monouso, che vengono posizionate su naso e bocca e fissate alla testa con lacci o elastici. Queste costituiscono un’utile barriera di protezione nella diffusione di agenti patogeni trasmissibili per via area (aerosol e goccioline). Si raccomanda di utilizzare mascherine di cui sia comprovata l’efficacia di filtrazione: in relazione all’efficienza di filtrazione e resistenza respiratoria possono essere di 4 tipi: I, IR, II e IIR. Quelle di tipo II (tre strati) e IIR (quattro strati) offrono una maggiore efficienza difiltrazione batterica (≥ 98%), la IIR è resistente anche agli spruzzi; quest’ultima tipologia è quella da preferire per il caso in oggetto (Regolamento Dispositivi Medici (UE) 2017/745; EN 14683:2019).
Le maschere protettive per particolato sono dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie tipicamente utilizzati negli ambienti di lavoro o per utilizzi professionali. La classificazione europea di tipo 1 (FFP1), 2 (FFP2) e 3 (FFP3) definisce il livello di protezione dell’operatore ad aerosol e goccioline con un grado di efficienza filtrante rispettivamente del 80%, 94% e 98% e una tenuta totale minima del 78%, 92% e 98%.I facciali filtranti sono ulteriormente classificati come: “utilizzabili solo per un singolo turno di lavoro” (indicati con la sigla NR) o “riutilizzabili” per più di un turno di lavoro (indicati con lettera R).Le raccomandazioni dell’Oms
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare una mascherina medico-chirurgica soprattutto quando si sospetta di aver contratto un’infezione da Sars-CoV-2 e/o quando si presentano sintomi quali tosse o starnuti, o quando è necessario entrare in contatto con una persona con sospetta infezione. L’utilizzo di tali presidi è comunque consigliabile come misura di prevenzione generale nel contesto emergenziale in oggetto In caso di difficoltà di approvvigionamento, come raccomandazione generale si consiglia di utilizzare mascherine costituite da tre strati di tessuto di cui almeno due strati di tessuto non tessuto. L’uso della mascherina medico-chirurgica deve essere adottato in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani, e di tutte le altre misure precauzionali da tenere in luoghi pubblici e in ambiente domestico disposte nel contesto dell’emergenza.
Metterne due migliora la situazione?
Non è utile indossare più mascherine medico-chirurgiche sovrapposte. La mascherina medico-chirurgica, quando necessaria, va indossata, rimossa e smaltita correttamente, seguendo adeguate procedure (ad esempio quelle presentate dall’Oms). Si raccomanda di sostituire la maschera medico-chirurgica con una nuova maschera pulita al termine dell’attività che può aver comportato esposizione a Sars-CoV-2, o non appena quella in uso si inumidisce, venga danneggiata o risulti visiilmente sporca.
Il marchio Ce è obbligatorio?
I dispositivi conformi alla legislazione vigente (Regolamento (UE) 425/2016) devono essere dotati di marcatura CE apposta in maniera leggibile, indelebile per tutto il periodo di durata del DPI. I DPI devono essere conformi a specifiche norme tecniche (UNI EN 149:2009 e UNI EN 140:200) perché siano conformi al fattore di protezione ricercato. “La dotazione di mascherine non conformi a certificazione CE e alle norme tecniche citate nel testo possono essere considerate solo in un contesto di carenza di mascherine medico-chirurgiche e DPI per le vie respiratorie conformi a tali requisiti, e comunque previa espressione di un giudizio di conformità tecnica” aggiungono gli esperti dell’Aidii.