Di fronte a difficoltà di approvvigionamento, l’industria alimentare può modificare temporaneamente le sue ricette senza specificarlo in etichetta con il benestare della Direzione francese sulla repressione delle frodi. A scoprirlo la sede locale della ong Foodwatch che si chiede: “Come facciamo a sapere cosa stiamo veramente mangiando?”
L’agenzia AFP, ha contattato la direzione che ha confermato di essere in questo periodo “più tollerante”. spiegando che in queste circostanze eccezionali, i prodotti possono essere formulati in modo leggermente diverso dal solito o fabbricati in un sito di produzione diverso dal solito, senza che ciò venga indicato sulla loro etichettatura.
“I cambiamenti di etichettatura sono davvero impossibili da soddisfare in così poco tempo e l’attività dei fornitori di imballaggi è essa stessa influenzata dalla crisi di Covid-19” spiega la direzione sottolineando che “si tratta di tenere conto delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime degli industriali e del principale imperativo per garantire la fornitura dei supermercati”.
Di che tipo di cambiamenti stiamo parlando? Ad esempio, può accadere che l’alimento indichi una provenienza della materia prima diversa dal paese in cui è stato effettuato l’approvvigionamento in questo periodo: si tratta – spiega la direzione – di modifiche che non hanno in alcun modo impatto sulla salute dei consumatori e, in ogni caso, sono approvate dalla direzione a cui l’industria deve presentare la modifica.
Accortezza che non bastano a rassicurare la Foodwatch che chiede a distributori e marchi di essere trasparenti applicando, ad esempio, dei cartelli agli scaffali dei supermercati per indicare le eventuali modifiche.
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La Francia non è la sola a concedere elasticità per superare la criticità dell’approvviggionamento: lo stesso hanno fatto Giappone e Stati Uniti. Lo scorso 10 Aprile 2020 il Governo giapponese ha pubblicato una circolare a mezzo della quale ha garantito un’applicazione flessibile delle disposizioni sugli standard di etichettatura alimentare, ad esclusione di quelle avente ad oggetto l’etichettatura degli allergeni e la data di scadenza. Tali disposizioni restano infatti fondamentali al fine di garantire la salute umana e, pertanto, continueranno ad essere rigidamente applicate. Anche la FDA americana ha disposto un margine di flessibilità, in particolare per l’etichettatura nutrizionale dei prodotti preconfezionati.