“Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, troppi operatori senza i requisiti di legge propongono a datori di lavoro, amministratori di condominio, semplici privati, interventi di sanificazione senza alcuna certificazione e senza nessuna garanzia per la salute dei cittadini e dell’ambiente. Solo le imprese iscritte nell’apposito Albo speciale possono svolgere questo tipo di intervento e sono le uniche ad essere autorizzate per legge”. Marco Benedetti è il presidente dell’Anid, l’Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione, che rappresenta oltre 400 imprese dell’intera filiera, dai produttori ai distribuori di prodotti sanificanti fino alle aziende di servizio.
L’uso “spettacolare” della tossica varechina sulle strade
Il suo è un punto di vista privilegiato per capire come nel momento del bisogno si possono scatenare appetiti oppure risposte sbagliate a esigenze concrete: “Prendiamo la sanificazione delle strade – ci spiega – fino al 13 aprile quando sono state pubblicate le linee guida da parte dell’Iss, Istituto superiore di sanità, e del ministero della Salute, abbiamo sparso nelle strade migliaia di litri ogni giorno di ipoclorito di sodio, la varechina, una sostanza tossica per l’uomo se non usata in modo corretto, e per l’ambiente visto il potenziale corrosivo che ha sulle superfici ferrose. Noi da subito ai nostri associati abbiamo detto di non usare in ambiente aperto questo prodotto e ci siamo rivolti alle autorità sanitarie per chiedere un parere. Bene, il 13 aprile sono state pubblicate le linee guida che dicono due cose molto semplici: non c’è evidenza che il virus possa essere presente sul manto stradale e che non esistono prodotti efficaci per il trattamento”. Risultato per far star tranquilli i concittadini, i sindaci hanno autorizzato un trattamento dannoso, inutile e costoso. Come si puliscono le strade? “Con i soliti trattamenti: acqua a pressione”, ci risponde il presidente di Anid.
Chi è in regola per la sanificazione
Come si riconosce un’azienda certificata per un’attività di sanificazione? “Innanzitutto – prosegue Benedetti – deve essere iscritta a un elenco speciale presso la Camera di commerciale competente che attesta il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge 82/94, attuata con il Dm 274/97; deve avere un responsabile tecnico che adegua il tipo di intervento e i prodotti da impiegare alla situazione; deve avere personale preparato e l’iscrizione alla nostra assocaizione è garanzia del rispetto di tutto questo”.
Cosa significa sanificare? E come si sanifica un condominio?
“La sanificazione – spiega il presidente di Anid – è composta da due passaggi: la pulizia della superficie e poi la disinfezione della stessa che può essere fatta con alcol – che non ha bisogno di risciacquo – con etanolo, varechina o acqua ossigenata“. In un ambiente come quello condominiale cosa deve essere sanificato? “Tutte la parti comuni di contatto – ci risponde l’esperto – ovvero pulsantiera, citofono, maniglie, corrimano, specchi, cassette postali e via elencando. Naturalmente nella scelta dell’impresa, l’amministratore di condominio è obbligato a chiedere la certificazione e l’iscrizione all’albo“.
Quante volte va ripetuto l’intervento? E quali sono i costi?
Il Dpcm del 10 aprile scorso stabilisce delle procedure per sanificare gli ambienti di lavoro e ha anche previsto la possibilità per i datori di lavoro di scaricarsi il 50% dei costi di sanificazione fino a 20mila euro all’anno. “Ragione ulteriore – denuncia Benedetti – per capire come tanti operatori senza scrupoli, avendo fiutato l’affare, si stanno proponendo pur non avendo i requisiti di legge per operare”. Invece in un condominio “L’attività di disinfezione va ripetuta due volte al giorno – aggiunge Benedetti – e un intervento del genere svolto da operatori professionali in un condominio non può avere che un costo di 100-150 euro“.
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L’uso dell’ozono è sempre raccomandato?
Presentata l’arma killer contro agenti patogeni e similari, l’ozono viene molto reclamizzato. A torto o a ragione, chiediamo al nostro interlocutore? “Quando sento parlare gli ‘esperti’ in tv su questo tipo di trattamento mi viene da rabbrividire: l’ozono è un gas da utilizzare con molta cura. Serve per sanificare le acque, per contrastare la legionella e in ambito alimentare viene usato per combattere le muffe negli alimenti stagionati. Detto questo non capisco come si fa a proporla in ambienti diversi con una certa disinvoltura. Ricordiamoci, come ha denunciato il Centro antiveleni, che in questo periodo le intossicazioni da ambienti interni sono aumentate del 130%”.