Uscire con i bambini sotto casa è possibile. La circolare del Viminale chiarisce

Con una circolare diramata a fine giornata, il ministero degli Interni ha chiarito che anche i bambini hanno diritto a una camminata sotto casa, se accompagnati da un solo genitore. La comunicazione, scritta in maniera forse troppo burocratese e un po’ ambigua, ha creato però confusione tra chi fa jogging e in chi non ha figli piccoli. Fortunatamente, un successivo chiarimento ha reso tutto comprensibile.

La prima circolare

Attorno l’Ansa batte un lancio di agenzia:  È “da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione”. lo prevede una nuova circolare inviata dal Viminale ai prefetti per “chiarimenti” sui divieti di assembramento e spostamenti. E “l’attività motoria generalmente consentita”, precisa il testo, “non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging)”.

I dubbi

Il testo, scritto così, viene interpretato da molti come una marcia indietro sulla possibilità di fare la corsetta sotto casa, e cominciano a montare le proteste dei runners sui social. Così come le battute un po’ preoccupate di chi non ha figli: “Devo affittare un figlio per fare una passeggiata?”. Altri si lamentano di un presunto “allentamento delle regole” pericoloso in questa fase.

Il chiarimento

Dopo poche ore arriva il chiarimento del Viminale: ”Le regole sugli spostamenti non cambiano. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute”. Dunque, fermo restando che gli spostamenti sono consentiti solo per urgenze e necessità, le regole non sono cambiate.

Questo vuol dire che la corsetta sotto casa continuerà ad essere consentita, così come fare attività motoria nei pressi dell’abitazione senza pargoli al seguito, ma tutto in rigorosa solitudine e a distanza di almeno un metro da altre persone.

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Il dibattito tra pediatri e psicologi sui bambini

Sulla necessità di dare “un’ora d’aria” ai bambini gli psicologi e i pediatri si erano divisi. Un appello di pediatri e pedagogisti riuniti sotto la casa editrice specializzata Uppa, pubblicato su Change.org, chiedeva al governo di chiarire questo punto: ” Esprimiamo grande preoccupazione per il fatto che ai bambini non sia data alcuna possibilità di uscire, al contrario di quanto accade, ad esempio, per gli animali da compagnia, che hanno diritto di espletare i loro bisogni fisiologici fuori casa. Se consideriamo inoltre che non tutti dispongono di balconi, verande o giardini che consentano di prendere un po’ di luce e di aria e che i problemi fin qui esposti si aggravano ulteriormente in situazioni di marginalità sociale e culturale, o laddove coesistano situazioni di disabilità, riteniamo che un intervento tempestivo sia non solo auspicabile, ma assolutamente doveroso per tutelare una fascia della popolazione che è tanto preziosa quanto vulnerabile”.

D’altro canto, Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, ex docente della Sapienza, ha spiegato al Salvagente perché sarebbe un errore: “Sappiamo anche che restare chiusi in casa per settimane o mesi è una costrizione eccessiva per loro che più di noi adulti hanno bisogno di muoversi. Tuttavia credo che la situazione per il momento è ancora troppo grave per permettere un’esenzione del genere. In teoria è semplice immaginare un’ora d’aria a turno per evitare assembramenti ma nella pratica come si può metterla in atto? Come si contingentano gli orari di uscita in una grande città? Forse in un piccolo centro è più semplice ma ci sarebbe sempre bisogno della presenza di un vigile che assicuri il rispetto delle distanze di sicurezza. I bambini sarebbero portati ad avvicinarsi ad altri bambini, a cercare il contatto. ..sarebbe difficile impedire loro questi atteggiamenti. Sappiamo che i bambini sono difesi da un sistema immunitario più forte del nostro ma non possiamo ignorare che possono essere comunque un veicolo dell’infezione”.