Il distanziamento sociale richiesto ai cittadini e alle cittadine dal governo e dal mondo scientifico per contenere i contagi da Covid-19 e, quindi, il ricorso alle strutture sanitarie messe a dura prova dall’emergenza coronavirus, ha portato alla “separazione forzata” tutte quelle “famiglie non convenzionali” che si sono ritrovate a doversi dividere per un periodo di tempo che ad oggi è indefinito. Dato per scontato che il distanziamento e l’isolamento – seppur dovuti – gravano su tutti i cittadini, è importante ricordare che la famiglia non convenzionale è talvolta frutto di una scelta dettata dalle ragioni più varie, altre volte l’unica possibilità, spesso porta con se’ anche molte sofferenze.
Vivere lontani, divisi, quando ci si considera comunque una famiglia, può essere molto faticoso, psicologicamente ed economicamente. I decreti, se stesi in emergenza, possono trascurare alcune categorie di persone che quindi, come in questo caso, chiedono una risposta.
Il testo dell’appello
Caro Presidente Conte,
cari ministri, cara ministra Elena Bonetti, quando avete emanato i vari provvedimenti di contenimento del Covid-19, perché non avete considerato anche le famiglie non convenzionali?
In Italia abbiamo una moltitudine di mamme e papà separati – divorziati, individui che non sono solo genitori, ma anche esseri umani, che magari dopo anni di tragedie familiari per i più svariati motivi, si sono ricostruiti, a fatica, una vita affettiva e ad oggi, grazie ai decreti che voi avete emanato, giustamente per il bene del popolo italiano, non avete considerato.
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La vita di una famiglia non convenzionale è già di per sé un dramma, in termini affettivi, sia per i figli che per i genitori ed anche economici ed oggi si aggiunge un dramma nel dramma!
Per tanti vi è l’impossibilità di vedere i propri compagni/e e solo perché non sono marito e moglie, perché non sono una famiglia convenzionale e non abitano sotto lo stesso tetto (o convivono solo parzialmente sotto lo stesso tetto alcuni giorni della settimana) e magari vivono in Comuni diversi ed in Provincie diverse.
Ma secondo voi è giusto che un individuo non possa recarsi a casa del proprio compagno/a per passare un po’ di tempo insieme cercando di superare questi difficili momenti ed essere invece costretti all’isolamento, alla separazione forzata, perché non hanno la fortuna di essere una famiglia convenzionale?
Caro Presidente, cari ministri, cara ministra Elena Bonetti ci rivolgiamo a lei per chiedere un’immediata modifica del decreto che tenda a considerare anche questo mondo di famiglie non convenzionali, che sono state completamente escluse.
Vogliamo poter vivere anche noi, come tutte le altre famiglie e vogliamo poterlo fare nel rispetto della legalità, perché, in questo mondo, esistiamo anche noi!
Rimini, 27 marzo 2020
Un gruppo di genitori separati