In questo periodo di fermo prolungato anche le auto rimangono nei loro parcheggi senza venire messe in moto. In tutta Italia, a parte chi continua andare a lavoro, da due settimane le macchine sono ferme, nelle zone di focolaio anche da tre, e si prospettano altre settimane di stop. Le batterie delle nostre auto rischiano di scaricarsi o addirittura rovinarsi irreparabilmente? cosa possiamo fare per evitarlo? Lo abbiamo chiesto a Enrico De Vita, giornalista, ingegnere, esperto automobilistico e di normativa stradale.
De Vita, come evitare che visto il prolungato stop le batterie delle nostre auto si scarichino?
Ci sono i caricabatteria che oggi costano addirittura 19 euro, niente, e che sono da tener collegati una o due notti. Io lo faccio regolarmente ogni anno d’inverno. Si possono comprare in alcuni supermercati, come Lidl ogni due o tre mesi, o anche la Coop, i grandi centri commerciali che hanno sia alimentari sia Brico.
Ricordiamo che, salvo disposizione diversa della Regione di appartenenza che ha la competenza sul commercio, l’ultimo decreto sul coronavirus impone nel fine settimana si può comprare solo farmaci, parafarmaci e generi alimentari nelle superfici medie grandi e nei super dei centri commerciali. Ipotizziamo una macchina ferma, senza caricabatterie. Con che tipo di arco di tempo ci possiamo regolare per stare tranquilli?
Dipende dall’ultima volta in cui si è presa. Se l’ultimo viaggio è stato in autostrada, non c’è problema, se invece uno ha usato la macchina solo in città, per l’ultima settimana, magari di sera, accendendo le luci, c’è la possibilità che la batteria possa scaricarsi in questo periodo.
In quanto tempo?
In tre settimane, se la macchina era già al 20% della sua capacità, può arrivare a zero da ferma. Intendo non essere in grado di riavviare il motore.
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E se vado con dei cavi collegati a un altro auto o con un caricabatteria posso rimetterla in moto?
Perfettamente, una volta rimessa in moto, o sottocarica, ritorna la batteria. L’importante è che non sia insistito nel rubare corrente quando la batteria dice “no, non ce la faccio più”. In quel caso si rischia di surriscaldare una piastra, farla cadere all’interno della batteria, che viene persa così.
Se si lasciano le luci accese?
Lì va a zero. Al tentativo successivo di rimettere in moto la tensione è così bassa che il motorino fa lo sforzo di muovere in avanti il pignone, ma non si mette a ruotare. Quindi si sente il click del movimento in avanti, ma non la rotazione. A quel punto la batteria va o staccata e caricata in casa oppure ricaricata sul posto.
In genere quanto dura una batteria?
Una batteria in buono stato dura anche dieci anni.
Esiste il rischio che una batteria stando inattiva in questo periodo si rovini irreparabilmente?
In tre settimane non può morire la batteria, con l’auto scarica. Può non essere in grado di riavviare la macchina.
Non c’è un tempo limite entro cui esiste questo rischio?
Non c’è un tempo, le batterie di oggi devono poter stare anche sei mesi ferme, d’inverno. Certo quella batteria avrà vita molto più corta delle altre, se tenuta in un piazzale al freddo per tutto questo tempo.
In generale, meglio tenerla a temperatura riscaldata e in garage che al freddo fuori?
Decisamente.
Visto che l’autoisolamento collettivo verrà prolungato probabilmente, serve andare ad accendere il motore ogni tanto per tenere su la batteria?
Serve, decisamente. Senza luci e altri utilizzatori attaccati. Però almeno per dieci minuti
Serve invece staccare la batteria in questo periodo?
Alcune auto oggi hanno degli utilizzatori che rimangono sempre in funzione, quindi staccarla può servire, ma hanno un consumo molto limitato. Le auto che hanno grandi collegamenti elettronici, per il telefono, per l’apertura dell’esterno, eccetera, sono continuamente alimentati, ma hanno un consumo molto molto basso. Quelle macchine lì in genere hanno batterie così grandi e potenti che non soffrono.