Tuc Crisp: 22 ingredienti e ben 9 additivi. E le spezie? Grande claim piccola quantità

Oggi mi è caduta l’attenzione, su questo prodotto, proposto come snack, che vuole richiamare ad una certa salubrità, col claim “cotte al forno” e in questa versione anche alle spezie mediterranee

22 Ingredienti di cui 9 sono additivi tra esaltatori di sapidità, agenti lievitanti, emulsionanti e conservanti, aromi (artificiali)

Solfiti:  sono conservanti molto utilizzati nell’industria alimentare e dato l’aumento dei

Renata Alleva ha un blog che aggiorna costantemente su alimenti, nutrizione, genitori e bambini. È laureata in Scienze Biologiche nel 1990, con una tesi su l’ obesità infantile. Nel 1991 vince il concorso per un dottorato di ricerca in Biochimica presso l’Università di Bologna e ne consegue il titolo nel 1995, con una tesi che ha come argomento lo studio delle lipoproteine plasmatiche. Durante il Dottorato di ricerca ha trascorso un periodo di attività di ricerca presso l’Istituto di Tecnologia e Fisiologia degli Alimenti dell’Università di Granada (Spagna), e successivamente nel 1996 vince una borsa post-dottorato e svolge gran parte dell’attività di ricerca presso la Biochemistry Unit dell’Hearth Research Insitute di Sydney (Australia), diretto dal Prof Roland Stocker, poi ad Aberdeen ( Scozia), presso il DNA Instability Group, del Rowett Institute diretto dal Prof. Andrew Collins e ad Amburgo (Germania), presso il dipartimento di Biochimica dell’Università di Medicina diretto dalla Prof. Ulricke Beisigel. Rientrata in Italia, dal 1999 è ricercatore a contratto presso l’ IRCCS Rizzoli di Bologna e collabora con l’Apoptosis Research Group, School of Medical Science (Griffith University, Gold Coast Australia), diretto dal Prof. Jiri Neuzil. Nel 2004 consegue un Master di II° Livello in Nutrizione Clinica presso l’Università di Siena nel 2005 vince il concorso per il corso di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione e nel 2009 consegue il titolo di specialista, presso l’Università di Siena. Nel 2004 inizia ad esercitare la professione di Nutrizionista. È autrice di circa 50 lavori internazionali e capitoli di libri con un impact factor di 131.49, in argomenti che riguardano Alimentazione, Integratori, Nutrigenomica, Stress Ossidativo e tumori. Relatrice in convegni nazionali e internazionali, e corsi ECM, ha vinto 3 premi nazionali come migliore comunicazione e collabora con varie testate giornalistiche. E’ presidente della sezione provinciale dell’ISDE ( associazioe medici per l’ambiente) di Ascoli Piceno e membro del PAN (Pesticide Action network) Italia.

soggetti allergici ai solfiti nella popolazione (5% circa), in a base all’ultimo Reg. Ue 1169/2011, è obbligatorio apporre nei prodotti confezionati la dicitura “contiene solfiti” in tutti i casi in cui alimenti o bevande contengano queste sostanze in una concentrazione superiore a 10mg/litro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito una dose giornaliera massima accettabile che è dello 0.7 milligrammi per chilo di peso corporeo. Difficile però stabilire davvero quanti solfiti assumiamo ogni giorno, in quanto sono conservanti molto diffusi (frutta secca, formaggi, pesce congelato, patate congelate e surgelate, snack, biscotti, succhi di frutta, mele,pere, babane essiccate, zenzero essicato). Nei soggetti sensibili ai solfiti possono manifestarsi reazioni allergiche, e negli asmatici aggravamento dell’asma, riduzione dell’assorbimento di alcune vitamine del gruppo Borticaria, prurito, vomito, nausea e mal di testa.

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Esaltatori di sapidità: Il guanilato disodico (E627) e l’inosilato disodico (E 631) sono esaltatori di sapidità che vengono utilizzati insieme al glutammato monosodico, che viene classificato come E 620 oppure E 621, per esaltare i sapori senza aggiungere sale e rende appetibili anche ingredienti scadenti e sgradevoli principalmente al posto degli estratti di carne, per esaltare i sapori dolci e carnei, mascherare il gusto imperfetto di alcune preparazioni alimentari ed eliminare il sapore amaro aumentando il sapore sapido.  Il glutammato però può scatenare cefalee da ipersensibilità e generare ritenzione idrica in soggetti sensibili o se in quantità eccessive.

Aromatizzanti di affumicatura: sono miscele chimiche, che sebbene autorizzate dall’ultimo regolamento vigente, necessitano di essere riviste, come stabilito dall’EFSA nell’ultimo meeting riguardante questi addittivi (Parma, Aprile 2019). In particolare risulta necessaria: una migliore caratterizzazione delle miscele chimiche, in particolare di quelle che contengono una frazione sostanziale di componenti non identificati, una valutazione della genotossicità delle miscele chimiche: approccio basato sui componenti rispetto all’approccio dell’intera miscela e una valutazione più realistica dell’esposizione alimentare basata sui livelli di utilizzo effettivi per tutte le sostanze aromatizzanti e su dati dettagliati sul consumo di alimenti tra i diversi gruppi di popolazione. (EFSA)

Troppo sale: Glutammato, guanilato di sodico e inosilato disodico, quindi sono additivi la cui presenza dovrebbe almeno servire a ridurre almeno l’aggiunta di sale: ma non è questo il caso. Il sale è presente tra gli ingredienti e anche in quantità elevate: infatti il prodotto contiene 1,6 g di sale in 100g, quantità che supera di molto i limiti che classificano un prodotto ad alto contenuto di sale (1,1-1,2 g/100g SINU)

Un prodotto studiato per il Bliss point: avevo parlato del bliss point anni fa, che è il punto di massimo godimento che si raggiunge stimolando dei recettori cerebrali, utilizzando un mix giusto di sale, grassi e zuccheri. Su questo lavorano molto le industrie che producono snack o merendine che hanno ingredienti scadenti, ma densi di energia e soprattutto creano quella dipendenza, per cui si finisce per mangiare molto più dela dose consigliata. E questo prodotto risponde perfettamente a questo principio, contenendo sale, grassi, e zucchero presente sia come tale che come destrosio

Olio di colza: sebbene la sua potenziale tossicità legata all’acido erucico sia stata ridimensionata, la qualità di questo olio utilizzato dall’industria alimentare resta molto bassa e non da preferire

Le spezie che potrebbero essere gli ingredienti più salutari, sono solo un “claim” per, in quanto nel prodotto sono il penultime nella lista, precedute dagli aromi, e seguite solo dall’aromatizzante di affumicatura: poiché ricordiamo che in etichetta i vari componenti sono elencati in ordine quantitativo, deduciamo che le vere spezie ( non è dato di sapere quali però) sono solo in tracce, e il sapore è affidato ad aromi artificiali e esaltatori di sapidità

Morale: rientra nel tipo di prodotto, che induce a bere succhi o bevande gassate per compensare l’elevato contenuto di sale, la cui qualità nutrizionale è evidentemente nulla