Il Salvagente è stato tra i primi a dare la notizia che, con il primo rateo di pensione del 2020, molti pensionati avrebbero trovato una spiacevole sorpresa. Per un errore del Centro Elettronico o forse degli Uffici preposti al calcolo degli importi effettivamente dovuti per il nuovo anno erano state addebitate e recuperate somme variabili tra i 40 e gli 80 euro. Peraltro senza darne opportuna spiegazione ai pensionati. Anche se non sono stati ancora messi in pagamento i ratei del mese di febbraio 2020, di norma fissati al primo giorno bancabile del mese di riferimento, corre l’obblgo di invitare a fare attenzione a quanto verrà concretamente messo in pagamento. Dal confronto dei cedolini di quanto riscosso a gennaio e quanto sarà riscosso con la rata di febbraio, il problema sembrerebbe risolto…. ”a metà” ed è proprio per questo doveroso darne subito avviso.
Sembrerebbe da un primo e attento esame dei cedolini del bimestre gennaio/febbraio 2020 che, con il pagamento della pensione di febbraio, sia stato restituito quanto trattenuto indebitamente a gennaio, ma la stessa trattenuta del mese scorso sia stata “ripetuta” anche sul rateo di febbraio 2020!
Se ciò dovesse essere confermato si consiglia ai pensionati appena possibile di verificare “scrupolosamente” quanto riscosso a dicembre 2019 e di confrontare gli importi finali (e per singola voce) di quanto riscosso nei mesi di gennaio e febbraio 2020 (a tal fine servono i cedolini di pensione che possono essere visionati e scaricati online). Chi non fosse in grado di fare da se, potrà rivolgersi “gratuitamente” ad un patronato di propria fiducia. A cose fatte ognuno sarà in condizione di conoscere con chiarezza quanto gli dovrà essere restituito e a quanto “ammontano” in via definitiva gli aumenti di rivalutazione del 2020 che solo in minima parte compensano il crollo del potere di acquisto delle pensioni e l’incremento del costo della vita.