Cannabis, italiani scoprono il Thcp, 33 volte più efficace del Thc per uso medico

close up of Doctors hands holding medical marijuana

Nonostante, la legislazione relativa alla cannabis subisca spesso battute d’arresto e ostracismi legati ai pregiudizi politici, proprio dal nostro paese arriva una scoperta che può garantire enormi passi in avanti per l’uso medico di cannabinoidi. Come racconta Fanpage.it, un’equipe tutta italiana guidata dal chimico Giuseppe Cannazza ha pubblicato su Scientific Report di Nature, i risultati di una ricerca che svela l’esistenza di un cannabinoide, il Thcp, 33 volte più potente del normale Thc, sostanza conosciuta e utilizzata in ambito medico per attenuare alcuni effetti di malattie come la Sla, la sclerosi multipla, i tumori.

I test di laboratorio

“Potrebbero esserci delle varietà con un contenuto di THCP particolarmente elevato – racconta Cannazza a Fanpage – non essendo mai stata neanche lontanamente ipotizzata l’esistenza di questa molecola all’interno della cannabis, non è mai nemmeno stata ricercata e quindi non sappiamo se ad oggi esistano varietà con una concentrazione notevole di questa sostanza, che potrebbe spiegare anche i vari effetti farmacologici o clinici previsti”. il THCP, dal punto di vista farmacologico, si è dimostrato 33 volte più attivo del Thc, fino ad oggi considerato come l’unico cannabionide psicoattivo e che ha numerose proprietà terapeutiche.  Nei test da laboratorio diretti dal professor Livio Luongo, le prove sono state effettuate con concentrazioni simili e poi minori alle quali agisce il Thc, per verificare che anche con dosaggi più bassi, continuava a funzionare con la stessa attività”.

“Orgoglio italiano”

Il gruppo di studiosi ha anche scoperto altri cannabinoidi: il CBDP e il THCB che ha dato “risultati molto interessanti, sempre in vivo nei topi, riguardo il trattamento del dolore: funziona molto bene come analgesico”. Cannazza conclude con orgoglio: “Siamo tutti italiani, è lo studio è stato finanziato dal MIUR e portato avanti con cannabis prodotta in Italia, la FM2, per la quale ringrazio lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, e infine l’Ufficio centrale stupefacenti che mi ha dato l’autorizzazione”