I diabetici, i bambini, gli adolescenti, le donne in gravidanza o in allattamento, le persone con problemi al fegato o al cuore dovrebbero evitare di assumere integratori a base di erbe contenenti berberina. E’ quanto raccomanda l’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare che in una raccomandazione pubblicata in questi giorni mette in guardia queste categoria della popolazione sui rischi per la propria salute.
In particolare, l’Agenzia precisa che il consumo di questi integratori “può comportare rischi di disturbi gastrointestinali, ipoglicemia e ipotensione” e richiama l’attenzione degli operatori sanitari sulla capacità della berberina di interagire con molti farmaci, soprattutto chemioterapici, il che può comprometterne l’efficacia.
Questi prodotti sono usati principalmente contro il colesterolo in eccesso e lo zucchero nel sangue, sebbene “non siano ammesse indicazioni sulla salute” che reclamizzano queste o altre proprietà “a livello europeo”.
Che cos’è la berberina?
La berberina è una sostanza organica di origine vegetale estratta e presente in diverse piante utilizzate negli integratori alimentari. È usato in medicina contro la malaria.
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Secondo l’Anses, “tenendo conto dei dati tossicologici disponibili e delle concentrazioni osservate nei complementi identificati, la sicurezza di questi integratori alimentari non può essere garantita fino ad oggi“.
In Europa, la regolamentazione dell’uso della berberina negli integratori alimentari varia in base al Paese: autorizzato in alcuni Paesi, vietato in altri o limitato, come ad esempio in Belgio dove una dose massima giornaliera di 10 mg. In Francia, invece, non è definita una dose giornaliera massima, ma l’etichettatura deve includere un avvertimento che mette in guardia le donne incinta sul loro uso.
L’agenzia francese conferma “comprovati effetti farmacologici della berberina da 400 mg/die negli adulti”: “significa che la berberina agisce come farmaco e non più come cibo, a questa dose“. L’azione, a questa dose è “sul sistema cardiovascolare (effetti sulla pressione sanguigna e sulla frequenza cardiaca), nervoso (effetti anticonvulsivanti, antidepressivi e analgesici), immunitario (effetti antinfiammatori e immunosoppressivi) o sul metabolismo (effetti ipoglicemizzanti e ipolipemizzanti)”.