“Caro Salvagente, recentemente ho subito un forte urto sul retro da un’auto che viaggiava a una certa velocità. Il tutto accadeva in un tamponamento a catena e ho sperimentato il classico movimento indietro-avanti del collo. Il dolore a collo e nuca è stato subito intenso ma si è dissolto dopo alcune ore. Ho consultato il mio assicuratore il quale ha specificato che ‘colpo di frusta‘ è oramai depenalizzato e risarcibile solo qualora siano riscontrabili veri e propri danni interni in termini di lesioni. È veramente così?”.
La signora Simona da Roma ci pone una domanda per nulla scontata. A leggere quanto previsto dalla riforma prevista dalla legge sulla Concorrenza 124 del 2017 con riferimento al danno non patrimoniale da incidente stradale sembra essere proprio così: il colpo di frusta è risarcibile a determinate e prescrittive condizioni: “Le lesioni di lieve entità – si legge – che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, ovvero visivo, con riferimento alle lesioni, quali le cicatrici, oggettivamente riscontrabili senza l’ausilio di strumentazioni, non possono dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente”.
Lesioni lievi del collo: come far valere i nostri diritti
Per capire quali siano i reali diritti del consumatore in caso di traumi del collo abbiamo chiesto a Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia, cosa può fare un cittadino qualora si trovasse nelle condizioni della nostra lettrice: “Come è assurdo che a una persona si rilevi una lesione e questa lesione non dia luogo ad un danno permanente, altrettanto assurdo era, precedentemente alla riforma del danno biologico, che 700.000 persone denunciassero lesioni permanenti per distorsioni del rachide cervicale e ne ricavassero un risarcimento quasi sempre illegittimo. La riforma del 2001, poi inglobata nel Codice delle assicurazioni, ha introdotto il concetto di oggettività nell’accertamento. Non è affatto vero che per oggettività si debba sempre avere l’accertamento diagnostico strumentale. Sta di fatto che la riforma ha però abbattuto notevolmente il numero di colpi di frusta pagati lasciando quelle distrazioni del rachide, che effettivamente incidono sulla salute del danneggiato, e che per questo possono essere pagate anche molto di più dei due punti di invalidità permanente che una volta non si rifiutavano a nessuno”.
Quando scatta il risarcimento
Spesso può trattarsi di un semplice stiramento muscolare ma il danno può essere più serio: “Mentre prima bastava subire un qualsiasi trauma distrattivo del collo per ipotizzare un danno, oggi non si è più risarciti per un banale colpo di frusta cervicale” ci spiega Arturo Di Folco, responsabile nazionale Sanità Konsumer Italia, CTU e specialista presso l’ambulatorio “Prime Cure” Inaildi Roma.
Ma cosa differenzia un “banale” colpo di frusta da un danno importante? “Il soggetto – continua il dottor Di Folco – potrebbe aver subito un disallineamento della normale postura del rachide cervicale, problema che si può rilevare tramite una radiografia. L’alterazione di questa curva fisiologica delle vertebre potrebbe scompensare a sua volta tutta la colonna, anche dorsale e lombare. Diverso è quando il trauma porta a un interessamento legamentoso e muscolare con una contrattura che può protrarsi nel tempo. Nel lungo periodo le conseguenze possono consistere in problemi posturali, dolore e il cosiddetto mal di testa”.
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