Nella manovra rientrerà “la cosiddetta sugar tax, che sarà limitata alle bevande e non si applicherà alle merendine”. Lo ha rivelato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nell’intervista pubblicata oggi sul Sole 24 Ore. La tassa entrerà in vigore a metà 2020 e il costo per i produttori sarà di 10 euro a ettolitro o di 0,25 euro al chilo nel caso delle polveri.
Molto contestata dai produttori e dalla destra, Salvini in testa, la sugar tax dove è stata istituita (Inghilterra e Francia in vigore dal 2018) il contenuto di zucchero è calato e i prezzi non aumentati. Il motivo? È semplice: come per l’Irpef il prelievo è progressivo per scaglioni di zucchero. Ovvero se lo diminiusci non la paghi o versi una cifra irrisoria.
Di seguito un nostro confronto del luglio 2018 che mostra come il deterrente della sugar tax abbia influito in Francia e Gran Bretagna:
A questo punto viene da chiedersi: sarà la volta buona oppure la misura non reggerà l’urto dell’esame parlamentare? Di certo la vicenda non mancherà di suscitare polemiche.