Le tasse non sono “bellissime” e non piacciono anche quando per funzionare bene dovrebbero sortire l’effetto contrario di qualsiasi prelievo fiscale.
Prendi la tassa sulle bevande zuccherate e le merendine proposta (o meglio rilanciata visto che la precedente maggioranza di governo – giallo-verde – aveva condiviso una proposta di legge per istituirla) dal neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti per finanziare la scuola e la ricerca: la stragrande maggioranza dei politici, da Di Maio alla Bellanova fino a Salvini (che ieri ha regalato merendine dal palco a Genova), si è detta contraria senza prendersi la briga di spiegare (o capire) che dove è stata istituita (Inghilterra e Francia in vigore dal 2018) il contenuto di zucchero è calato e i prezzi non aumentati. Il motivo? È semplice: come per l’Irpef il prelievo è progressivo per scaglioni di zucchero. Ovvero se lo diminiusci non la paghi o versi una cifra irrisoria.
In Gran Bretagna il gettito atteso nel 2018 era di 550 milioni di sterline mentre a conti fatti lo Stato ha incassato solo 246 milioni: tutti evasori? No i produttori hanno diminuito il contenuto di zucchero. Di seguito un nostro confronto del luglio 2018 che mostra come il deterrente della sugar tax abbia influito in Francia e Gran Bretagna:
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A conti fatti dunque meno gettito significa una buona notizia perché corrisponde al calo medio di zucchero nelle bibite e questo, indirettamente, influirà positivamente anche sulla minore spesa sanitaria, considerando che lo zucchero tra le prime cause dell’obesità infantile.
QUANTO “COSTA” IN EUROPA
In Gran Bretagna la sugar tax è in vigore dal 1° gennaio 2018 e prevede un sovrapprezzo di 0,20 euro al litro per bibite in cui la quantità di zucchero varia tra 5 e 8 grammi su 100 millilitri e di 0,27 euro al litro se lo zucchero supera gli 8 grammi per 100 millilitri. Chi impiega meno zucchero ovviamente non versa alcun tributo. Questo ha portato il 50% dei produttori (circa 326 aziende), a ridurre di circa 45 milioni di chili lo zucchero impiegato. Come abbiamo spiegato pochi giorni fa, dal 2015 ad oggi il peso medio dello zucchero sulle bevande è diminuito del 2,9%.
In Francia dal 2018 è stata introdotta una tassazione progressiva in base alla percentuale di zucchero (ma una tassa sullo zucchero c’era dal 2012 anche se ha funzionato più da spauracchio che da prelievo vero e proprio) , e si va da 0,045 euro/litro per bevande con il 4% di zuccheri a 0,235 euro/litro per bevande con il 15% di zuccheri.
La proposta della maggioranza giallo–verde (prima firmataria la deputata Carla Ruocco ma condivisa anche da diversi ex colleghi leghisti) preveda un inasprimento fiscale modulato in questo modo: mezzo centesimo di euro per ogni grammo di zucchero ogni 100 ml di bibita tra i 5 e i 10 grammi di contenuto di zucchero; per ogni grammo successivo ai 10 di contenuto complessivo, la sugar tax sale a 1 centesimo di euro.