Parte Sana: il salone registra il primato italiano nel biologico europeo

L’Italia è il primo esportatore dell’Unione europea con più di 2 miliardi di fatturato annui legati all’export di prodotti bio e continua a crescere anche nel mercato interno, che si posiziona al quinto posto nel mondo e al terzo in Europa per consumi nazionali. Con questi dati incoraggianti si è aperto il Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale, in programma a Bologna dal 6 al 9 settembre 2019, organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con AssoBio e FederBio.L’Italia è leader globale per numero di aziende che trasformano i prodotti bio (18.000 imprese, 3.000 in più di Francia e Germania) ed è ai vertici europei per numero di imprese agricole biologiche (75.000).
L’attenzione alla sostenibilità trova riscontri in forte aumento anche nel settore cosmetico – orientato verso prodotti ecologici tanto nelle formulazioni quanto nel packaging – come pure in altre sfere della quotidianità – dal lavoro al tempo libero, dall’abbigliamento agli accessori, dal turismo alla mobilità – dove le scelte dei consumatori si fanno, di anno in anno, più responsabili.

Gli stati generali del Bio

L’edizione 2019 di Sana vede accresciuta la sua centralità per il mondo del biologico dallo svolgimento a Bologna il 5 e il 6 settembre dell’iniziativa “Dalla rivoluzione verde alla rivoluzione bio: due giorni di “Stati Generali del Bio”, con confronti ad altissimo livello chiamati a delineare le scelte strategiche per il futuro dell’agricoltura e di ambiti fondamentali come la sostenibilità, il rispetto dell’ambiente e il corretto utilizzo delle risorse. In questa occasione verrà presentanto il Manifesto del BIO 2030”

Le sfide decisive per il Wwf

“La sfida per gli agricoltori, per le aziende dell’industria agroalimentare e per i consumatori è raggiungere entro il 2030 il 40% della superficie agricola utilizzata nazionale certificata in agricoltura biologica- dichiara il Wwf Italia in occasione del Sana, e aggiunge – è questa la via principale per ridurre l’utilizzo dei pesticidi e le emissioni dei gas climalteranti dal settore agricolo, contribuendo alla soluzione dei problemi ambientali globali legati all’agricoltura, come la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici”Un ruolo determinate sarà svolto dai cittadini – consumatori che attraverso le loro scelte responsabili hanno fatto crescere negli ultimi tre anni i consumi di prodotti biologici del 20% l’anno, spingendo la conversione dei terreni agricoli verso l’agricoltura biologica.

In Italia il 16% coltivato a bio

“Oggi il 16% della superficie agricola nazionale viene gestita con le regole comunitarie per il biologico, senza l’uso della chimica di sintesi, la sfida è raddoppiare questa superficie entro il 2030 arrivando almeno al 40% della Sauin biologico” spiega il Wwf, secondo cui per raggiungere questo ambizioso obiettivo è necessario cambiale la politica agricola nazionale ed europea, a partire dalla riforma della Pac post 2020 dall’approvazione del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, scaduto nel mese di febbraio e aperto alla consultazione pubblica fino al 15 ottobre.