La lotta al caporalato in agricoltura passa certamente attraverso l’emanazione di norme ad hoc che contrastino lo sfruttamento dei lavoratori nelle campagne. È una buona notizia quindi l’approvazione, lo scorso 9 agosto, della legge anticaporalato da parte del Consiglio regionale del Lazio.
Il testo – firmato dai consiglieri Marta Bonafoni della Lista Zingaretti e Alessandro Capriccioli dei Radicali – si intitola “Disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura” e si propone anche di favorire l’emersione del lavoro irregolare nel settore agricolo.
Tante le novità introdotte: dagli elenchi di prenotazione telematici che servono per fare incontrare domanda e offerta di lavoro agli indici di congruità che definiscono il rapporto tra quantità e qualità dei beni e servizi offerti dai datori di lavoro e quantità delle ore lavorate (l’indice permetterà di scovare situazioni anomale come quelle in cui vi è un numero di lavoratori in regola molto esiguo rispetto alle grandi dimensioni dell’azienda); poi un ruolo importante avranno i centri polifunzionali che daranno assistenza ai lavoratori, spiegandogli i loro diritti e dandogli gli strumenti per denunciare eventuali violazioni, e l’osservatorio regionale sul lavoro in agricoltura istituito presso l’Assessorato del lavoro.
La legge punta poi (nell’arco temporale di un triennio) ad incentivare l’assunzione di chi denuncia le imprese che fanno ricorso al lavoro irregolare e ad agevolare il trasporto dei lavoratori da e per il luogo di lavoro. A contorno, saranno attivate campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema dello sfruttamento dei lavoratori agricoli.
Per realizzare gli obiettivi prefissati dalla normativa appena varata, la Regione ha stanziato 430 mila euro per l’anno in corso, che diventeranno 950 mila per ciascuno dei due anni successivi.