Dopo dieci anni il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla storia di Avastin-Lucentis: le case produttrici dei due farmaci, Roche e Novartis, sono state ritenute responsabili di aver costruito un’intesa anticoncorrenziale intorno ai due medicinali. L’organo più alto della giustizia amministrativa ha confermato la multa da 184 milioni di euro inflitta nel 2014 dall’Antitrust e, inoltre, ha dato il via libera all’utilizzo dell’Avastin al posto del Lucentis.
Ma facciamo un passo indietro per ricostruire la vicenda. Nel 2009, Altroconsumo ha chiesto all’Antitrust di indagare su un presunto cartello tra le due aziende farmaceutiche. Secondo le accuse Roche e Novartis si erano messe d’accordo per far si che la prima non chiedesse l’autorizzazione a far prescrivere il farmaco meno caro (Avastin) contro la patologia degli occhi. “Roche e Novartis – spiegano dall’associazione Altroconsumo – si sono messe d’accordo per differenziare artificiosamente i due farmaci, principalmente cercando di dimostrare che Avastin presenta rischi maggiori, contro le evidenze che provengono dall’esperienza clinica e da tutti gli studi idipendenti”. In effetti i due farmaci sono allo stesso modo efficaci per curare la maculopatia: l’unica differenza sta nel fatto che Roche – che produce Avastin – non ha mai chiesto di allargare le indicazioni anche per quella patologia dell’occhio. Nel 2014 l’Antitrust accoglie le ragioni di Altroconsumo e condanna le due aziende. Ne sono seguiti i ricorsi delle due case farmaceutiche al Consiglio di Stato che, a sua volta, si è rivolto alla Corte Europea di Giustizia. Il 23 gennaio 2018 la Corte risponde ai quesiti pregiudiziali presentati dal Consiglio di Stato confermando le conclusioni, e la sanzione, dell’Autorità Antitrust e rimandando al sistema giudiziario italiano l’ultima parola. Ultima parola che è arrivata con la sentenza del Consiglio di Stato.Â
Spiega Altroconumo: “L’auspicio è che adesso le regioni facciano causa alle due case farmaceutiche”. Sì, perché c’è anche questo filone aperto dall’Emilia Romagna che si è rivolta anch’essa al Consiglio di Stato lamentando le stesse ragioni ma da un altro punto di vista perché le regioni hanno dovuto sborsare cifre enormi per assicurare quel farmaco ai loro pazienti. Adesso che la sentenza è definitiva, l’Emilia Romagna e le regioni che lo faranno potranno chiedere a Roche e Novartis un risarcimento. E non sarà poca roba