Carni premarinate al supermercato: la lunga lista di additivi nascosti

Marinare la carne è uno di quei segreti che ogni cuoco si tiene stretto per far colpo sui propri commensali.
D’altronde questa operazione avrà un doppio esito al momento di servire in tavola la bistecca, l’arrosto o lo spezzatino: da una parte restituirà i sapori con i quali abbiamo deciso di arricchire la nostra carne, dall’altra la renderà più tenera una volta cotta.
Le regole di base sono poche: innanzitutto ricordare che si tratta di una miscela liquida composta normalmente da un elemento acido, uno oleoso e uno aromatico. L’elemento acido può essere dato dal limone, dall’aceto, dal vino, dall’arancio, quello oleoso è certamente l’olio extravergine d’oliva, quello aromatico… dipende dalla vostra fantasia e dai vostri gusti. Può trattarsi di aglio, senape, coriandolo, rosmarino, curry…
L’altro elemento importante è il tempo necessario perché i sapori penetrino nella carne: in genere il minimo necessario è 4/5 ore ma si può andare anche molto oltre.
Oppure… oppure si può scegliere per un prodotto di supermercato già premarinato e confezionato. Ce ne sono davvero molti e normalmente costano più di quelli “al naturale”. Vale la pena spendere un po’ di più per le braciole premarinate, una bistecca o un hamburger che promettono più sapore dalla loro invitante confezione?
Non sempre. Basta leggere le etichette per scoprire che la marinatura industriale spesso nasconde ingredienti come lo sciroppo di glucosio, l’amido di riso e la maltodestrina. E non solo. Nei casi peggiori a dare sapore ci pensano additivi additivi come glutammato monosodico (E621) o ascorbato di sodio (E301). Meglio sperimentarsi in casa, con qualche semplice e certamente più sano accorgimento, non credete?