
Ho acquistato un nuovo divano. Al momento della visita in negozio la commessa mi disse di provare, io mi sedetti e feci presente che lo schienale era troppo piegato all’indietro; la commessa mi rispose che si poteva fare la correzione dello schienale come da me desiderato e feci il contratto. Alla consegna, dopo che il divano era stato tolto dall’imballaggio e il saldo pagato, andati via gli operai, mi sedetti e allora mi resi conto che non era come lo volevo.
È passato 1 mese, ed una marea di telefonate, anche con la casa costruttrice, in cui mi dicono di aver pazienza che tutto sarà risolto.
Consigliatemi cosa posso fare.
M.

Qui entra in gioco l’art. 130 del Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), secondo cui “Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene”.
Detto questo, come far valere questa responsabilità? E cosa si può ottenere?
Il consumatore può scegliere tra più strade: la prima è quella di chiedere la riparazione o la sostituzione del bene; se ciò non è possibile, si ha il diritto di chiedere una riduzione adeguata del prezzo o la risoluzione del contratto con rimborso di quanto pagato.
DIRITTO ALLA RIPARAZIONE O SOSTITUZIONE
Concentriamoci sul diritto di chiedere la riparazione o sostituzione del bene: innanzitutto il consumatore può scegliere liberamente tra le due opzioni; il venditore si può opporre solo se il rimedio richiesto è oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro; riparazione o sostituzione devono avvenire senza spese per il consumatore ed entro un congruo termine dalla richiesta.
Dato che il lettore ha segnalato il problema solo telefonicamente, il consiglio è ora di inviare una raccomandata a/r al venditore chiedendo, a sua scelta, o la riparazione o la sostituzione del divano a norma del citato articolo.










