Pfas, oltre 18mila persone prese in carico dalla sanità veneta (molte più del previsto)

PFAS

In Veneto il numero di persone contaminate da livelli i pfas nel sangue fuori norma potrebbe essere ben più alto di quanto previsto. Il decimo rapporto riguardante il Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a Pfas appena pubblicato infatti parla di     ben 18.300 prese in carico dal sistema sanitario regionale, in un percorso diagnostico e terapeutico, nel cosiddetto secondo livello. Come rileva il Fatto quotidiano, nel giugno l’allora assessore regionale competente, il leghista Luca Coletto, che oggi è sottosegretario alla Sanità, aveva stimato in 7mila gli abitanti della Zona Rossa soggetta all’inquinamento da Pfas, nelle province di Vicenza, Padova e Verona, per i quali si sarebbe reso necessario il passaggio a uno screening più approfondito.

Numeri sottostimati?

Essendo invece, alla data del 5 giugno, il del 63,8 per cento rispetto agli esami completati, i cittadini invitati al secondo livello, su una popolazione totale di 84.852 persone interessate allo screening – prosegue il quotidiano – “si arriva a una ipotetica cifra di 54mila persone contaminate, anche se molte di loro non lo sanno perché non si presentano a sottoporsi agli esami”. Numeri impressionanti che sottolineano, se ce ne fosse bisogno, l’urgenza di affrontare la questione con decisione, come sottolinea la video-inchiesta del giornalista Andrea Tomasi, “PFAS quando le mamme si incazzano”, che verrà presentato mercoledì 19 giugno alle 10 presso la sede del Salvagente (Spazio M3) a Roma, alla presenza del comitato delle donne dell’area interessata dalla contaminazione (tra le province di Verona, Vicenza e Padova), di Giuseppe Ungherese, responsabile inquinamento di Greenpeace, e di Riccardo Quintili, direttore del Salvagente.

Aria rossa A e B, le differenze

Tornando ai risultati del decimo rapporto del piano di sorveglianza, sono oltre 51.400 le persone invitate a partecipare allo screening, con una adesione al programma è complessivamente di circa il 62%. Il territorio interessato dal piano è suddiviso in Area Rossa “A” e Area Rossa “B”, a seconda dell’intensità dell’inquinamento rilevato. L’Area Rossa A comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’applicazione dei filtri e localizzati sopra il plume di contaminazione della falda sotterranea, mentre l’Area Rossa B comprende i Comuni serviti da acquedotti inquinati prima dell’applicazione dei filtri, ma esterni al plume di contaminazione della falda sotterranea.

Giovani e donne

Per i 1500 preadolescenti, di dieci e undici anni di età, come per gli adulti, sono principalmente tre i composti rilevati nel siero: Pfoa, Pfos ee Pfhxs. Le concentrazioni medie e mediane sono risultate inferiori a quelle registrate per gli adulti, anche se va ricordato che proprio per la loro età, sono stati sottoposti alla contaminazione per meno anni. Non si evidenziano particolari differenze tra le due Aree (A e B) e non si notano differenze di concentrazione tra i sessi, al contrario di quanto succede tra gli adulti, dove le donne in area rossa presentano concentrazioni sieriche di dei tre Pfas di sopra inferiori rispetto ai maschi, forse perché il flusso mestruale può aiutare l’espulsione.