E’ da circa un mese che quotidianamente il ministero della Salute aggiorna il numero dei casi di epatite acuta colestatica associandoli all’assunzione di integratori a base di curcuma. La prima segnalazione è del 10 maggio: da allora il numero di casi è arrivato a 16 mentre gli integratori segnalati o richiamati dal mercato sono in tutto 21. Le cause della contaminazione sono ancora tutte da chiarire: il ministero della Salute ha avviato, ovviamente, un’indagine per i cui risultati dobbiamo ancora attendere qualche settimana. Nel frattempo abbiamo chiesto a Fabio Firenzuoli, responsabile del Centro di Ricerca e Innovazione in Fitoterapia e Medicina integrata all’Ospedale Careggi di Firenze e docente all’Università degli Studi di Firenze, di ipotizzare cosa può essere accaduto. “Questo allarme è stato un fulmine a ciel sereno” ci spiega il professore aggiungendo che “in letteratura è riportato un solo caso di epatite autoimmune, diversa quindi da quelle che stiamo registrando nell’ultimo mese nel nostro paese, associato al consumo di curcuma”.
Professor Firenzuoli, che idea si è fatta dell’origine dei problemi?
E’ difficile dare una risposta. Ci sono più ipotesi in campo. Personalmente ne immagino almeno due: il produttore – alcuni degli integratori contaminati hanno in comune lo stesso fornitore indiano della materia prima – non ha utilizzato la curcuma longa ma un altro tipo che può avere effetti epato-tossici. Oppure potrebbe esserci una maggiore sensibilità metabolica alla spezia da parte delle donne che si sono ammalate di epatite: tra tutti i casi segnalati, infatti, c’è un altro comune denominatore, ovvero che la maggior parte dei pazienti sono donne.
Di che tipo di epatite parliamo?
L’epatite acuta colestatica è un tipo di epatite non infettiva associata ad un aumento della della bilirubina (componente della bile) e conseguente ittero. I casi di epatite correlati al consumo di integratori a base di curcuma si sono risolti in pochi giorni ma è stato necessario il ricovero in ospedale ma non ci sono stati danni al fegato.
Che tipo di analisi sta svolgendo il ministero della Salute?
La commissione incaricata dal ministero è al lavoro quotidianamente e le analisi che sta svolgendo sono a 360 gradi. Innanzitutto si tratta di analisi di tipo chimico sugli integratori che sono stati associati ai casi di epatite segnalati e sulla materia prima. Infine si stanno concentrando sulla ricerca di aflatossine, coloranti di sintesi o farmaci. Tra l’altro sembrerebbe che questo ultimo tipo di analisi ha già dato esito negativo.
Tra quanto tempo potremmo avere dei risultati certi?
Anche in questo caso è impossibile dare una risposta. Sono consapevole del fatto che le persone vogliono avere riposte certe nel più breve tempo possibile ma secondo me ci vorrà del tempo a meno di un esito sconvolgente che salta fuori all’improvviso. D’altronde non possiamo sottovalutare che per alcuni tipi di analisi, ad esempio quelle immunologiche, è necessario avere del tempo a disposizione.
In molti ci chiedono se la curcuma in polvere usata come spezia è sicura?
Chi può dirlo? Non mi sento di dare una risposta certa ed univoca: è sicura fino a che non venga associata ad un caso di epatite. La situazione è monitorata costantemente e non mi sento di escludere alcuna ipotesi.
Sugli effetti però non ci sono dubbi…
No, su quelli no. La curcuma è un efficace antinfiammatorio e può avere anche effetti protettivi sul fegato.