Ogni anno ingeriamo 50mila microplastiche. L’acqua in bottiglia è la prima fonte

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Ogni anno ingeriamo, tramite il cibo, le bevande e respirando l’aria delle nostre città, circa 50mila microparticelle di plastica. È questa la conclusione a cui è giunto lo studio dell’Università di Victoria in Canada per la prima volta quantifica la contaminazione nel corpo umano. La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, ha preso i dati di 26 studi precedenti che misurano la quantità di particelle microplastiche nei pesci, nei crostacei, nello zucchero, nel sale, nella birra e nell’acqua, oltre che nell’aria nelle città.

Tuttavia, come riporta il quotidiano The Guardian, è probabile che il numero effettivo di microplastiche sia molte volte più elevato, poiché la ricerca ha preso in considerazione solo un piccolo numero di alimenti e bevande. Anche se alcune considerazioni sulle principali fonti di contaminazione sono state avanzate: i ricercatori canadesi, ad esempio, hanno stabilito che bere molta acqua in bottiglia ha aumentato notevolmente il numero di microparticelle assunte.

In particolare, lo studio ha accertato che l’acqua in bottiglia contiene in media 22 volte più microplastiche dell’acqua del rubinetto. Una persona che ha beve solo acqua in bottiglia assumerebbe 130.000 particelle all’anno da sola quella fonte rispetto ai 4.000 microplastiche contenute nell’acqua di rubinetto consumata in un anno.

L’altro aspetto ancora da chiarire sono gli effetti sulla salute umana: non sono ancora note le conseguenze né la quantià di microparticelle considerata “nociva” per l’uomo.