In una lettera indirizza ai ministri dell’Ambiente, la Coalizione “EDC-Free Europe” (per un’Europa senza interferenti endocrini) chiede che il prossimo Consiglio dell’Ue dei ministri dell’Ambiente, che si terrà il prossimo 26 giugno, inviti la Commissione a presentare la già promessa revisione della strategia sugli interferenti endocrini del 1999, comprese delle proposte specifiche per ridurre l’uso e l’esposizione agli interferenti endocrini al minimo ed il più presto possibile, in particolare per i gruppi di persone più vulnerabili.
Scrive la Coalizione: “I cittadini e le imprese europei non possono più fare affidamento su iniziative nazionali e locali per tentare di ridurre la loro esposizione agli interferenti endocrini. È nell’interesse di tutti garantire che esista un approccio europeo efficace e completo in materia al fine di garantire sia un livello uguale ed elevato di protezione per tutti i cittadini e l’ambiente, conformemente alle disposizioni del trattato UE, sia delle condizioni eque per le imprese”.
La Coalizione rappresenta 70 organizzazioni a tutela dell’ambiente, della salute, delle donne e dei consumatori in tutta Europa che condividono la preoccupazione per gli interferenti endocrini e il loro impatto sulla nostra salute e sull’ambiente.
Nel dettaglio sono tre le azioni che la Coalizione sollecita alla Commissione europea:
• agire per ridurre veramente l’esposizione di persone ed ambiente agli interferenti endocrini, senza ulteriori ritardi;
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• presentare un piano d’azione concreto con tempistiche certe sui prossimi passi da compiere;
• adempiere ai propri obblighi di assicurare la minimizzazione dell’esposizione agliinterferenti endocrini, conformemente ai requisiti del 7° Programma di Azione Ambientaledell’Unione europea (Paa), e come contributo agli impegni dell’Unione europea per un ambiente non tossico.
D’altronde, proprio di recente anche il Parlamento europeo ha presentato una risoluzione sugli interferenti endocrini in cui si sottolinea che: gli interferenti endocrini sono una categoria di sostanze chimiche che suscita un livello di preoccupazione equivalente alle sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (sostanze Cmr); c’è una necessità urgente di accelerare lo sviluppo e la convalida di test per identificare adeguatamente gli interferenti endocrini; gli effetti miscela e le esposizioni combinate dovrebbero essere presi in considerazione in tutta la legislazione UE pertinente.
Non solo. La risoluzione sottolinea l’urgenza con la quale la Commissione europea deve intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente nei confronti degli interferenti endocrini.
Gli Edc sono sostanze, sia naturali sia chimiche, in grado di alterare le funzioni del sistema ormonale. In parole povere, anziché uccidere solo tossine, parassiti e batteri, in realtà finiscono per nuocere all’uomo o agli animali. Sono contenuti anche nei pesticidi. A darne una prima definizione fu l’Oms nel 2002, poi recepita nel 2013 in un parere scientifico dell’Efsa, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma. Scrive la Coalizione: “Una revisione della strategia europea sugli interferenti endocrini è essenziale anche per costruire le basi di un’economia circolare che sia veramente non tossica e che incoraggi l’innovazione industriale attraverso una sostituzione delle sostanze più sicura ed un riciclaggio non tossico. Nel maggio 2018 la Coalizione EDC-Free Europe ha pubblicato una serie di otto richieste per una strategia europea efficace sugli interferenti endocrini”.