Buy and share, Antitrust multa 6 siti trappola: ecco come funziona il nuovo schema Ponzi

L’Antitrust ha sanzionato 6 portali di buy and sharing per un totale di oltre un milione di euro: seppure con modalità differenti,  girada.com, zuami.it, bazaza.it, listapro.it, shopbuy.it, ibalo.it e 66×100.com hanno promosso una particolare offerta commerciale nella quale i consumatori sono stati invitati ad “acquistare” prodotti ad un prezzo particolarmente scontato, versando immediatamente il prezzo scontato richiesto, salvo poi dover attendere, per poter conseguire il prodotto, che altri consumatori effettuassero un analogo acquisto. Al fine di ottenere il bene al prezzo scontato, il consumatore doveva inoltre attivarsi per individuare direttamente i nuovi acquirenti, generalmente 2 o 3, ovvero attendere in una specifica lista gestita dal venditore che altri consumatori “acquistassero” il medesimo prodotto.

L’Autorità ha accertato che, in realtà, il pagamento richiesto costituisce una mera prenotazione del bene e non il prezzo scontato di acquisto del bene medesimo. Infatti, solo le prenotazioni e i versamenti effettuati da altri consumatori consentono al primo consumatore di conseguire il bene prescelto al prezzo di prenotazione. Nel caso di attesa nella lista del venditore, inoltre, non vengono resi noti i meccanismi di funzionamento, scorrimento della stessa lista ed i tempi di attesa, aspetti che rendono estremamente aleatorio l’ottenimento e la consegna del bene.

Gli accertamenti istruttori hanno altresì evidenziato che ai consumatori viene impedito l’esercizio di diritti contrattuali, ovvero di essere rimborsati di quanto originariamente versato, di acquisire il prodotto ad un prezzo di mercato e di esercitare il diritto di recesso.

Gli operatori coinvolti sono stati complessivamente sanzionati dall’Autorità per oltre un milione di euro, così ripartito:

Girada S.r.l.s. (PS10842B sito: girada.com), sanzione 350.000;

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Zuami S.r.l.s. (PS11175 sito: zuami.it), sanzione 100.000;

Gladiatori Roma s.r.l.s. (PS11211 sito: bazaza.it e listapro.it), sanzione 200.000;

SHOP BUY S.r.l.s. (PS11262 sito: shopbuy.it), sanzione 150.000;

IBALO S.r.l.s  (PS11283 sito: ibalo.it) sanzione 130.000;

E CO WORLD (PS11261 sito: 66×100.com), sanzione 100.000.

La copertina del numero di novembre 2018 che contiene l’articolo sul nuovo schema Ponzi

Del nuovo schema Ponzi – come lo abbiamo definito nel numero di novembre 2018 – ce ne siamo già occupati chiedendoci, tra l’altro perché ci cascano ancora in tanti. Per farlo ci siamo rivolti all’avvocato Emmanuela Bertucci di Aduc. Il sistema funziona all’inizio, ovvero in fase di reclutamento, in quanto c’è un flusso costante di nuovi acquirenti e quindi di denaro. I primi acquirenti riescono veramente ad accaparrarsi il prodotto al prezzo scontatissimo, ma quando il flusso rallenta, gli ultimi non hanno più nessuno su cui “scaricare” parte del prezzo di acquisto reale e quindi o continuano ad aspettare oppure rinunciano, perdendo quanto già versato, o acquistando a prezzo pieno.

“Ciò su cui bisogna stare molto attenti è il diritto di recesso – spiega ancora l’avvocato Bertucci – È su questo aspetto che, come Aduc, abbiamo presentato i nostri esposti. Queste società tendono a scorporare artificiosamente il diritto di recesso, dividendolo in una fase iniziale, quando si effettua il pagamento con 14 giorni a disposizione per rinunciare, e in una fase successiva, quando si entra in possesso dell’oggetto”. In un normale rapporto contrattuale, la fase dell’acquisto e della disponibilità dell’oggetto sono ravvicinati, quasi equivalenti, e il diritto di recesso può essere esercitato in qualsiasi momento fino a 14 giorni dopo la consegna del bene. In questo tipo di vendita invece, non si sa quando si avvererà la disponibilità del bene, perché non si conosce il momento in cui la lista di prenotazione sarà completa.

“Superati i quattordici giorni dal pagamento quindi – prosegue Bertucci – il cliente può trovarsi ad essere ancora in attesa e non avere più il diritto di recesso. A questo punto deve aspettare all’infinito oppure pagare il prezzo pieno che il sito indica, e che solitamente è maggiorato rispetto al mercato”. Va chiarito che, se si completa l’acquisto e poi si vuole recedere all’arrivo della merce, ci si vedrà restituire solo l’80%, come previsto dalle clausole che si sono accettate. “Tutto ciò a mio avviso è totalmente fuori dal codice del consumo – aggiunge il legale – e accolla il rischio totale di impresa al consumatore. Non ci sarà mai un momento in cui il venditore ha una perdita, che verrà sempre finanziata dai vari acquirenti”.

Ma la colpa è anche dei consumatori. E non solo perché sono incauti o ingenui, ma perché essi stessi sfruttano questo sistema per facili guadagni. Molti infatti, acquistano i prodotti scontati con l’intenzione di rivenderli. Altri, non solo non denunciano, ma non pubblicano recensioni negative di questi siti, altrimenti non si accoderebbero nuovi clienti, a loro necessari per potersi accaparrare il prodotto al prezzo scontato.
Lo stesso legale fa notare come, per la prima volta, si sia trovata “ad avere contro gli stessi consumatori, perché nel momento in cui si opera all’interno di un meccanismo piramidale, l’interesse del singolo è tirarsi fuori, facendo entrare altri, e tutto questo spiega anche il perché di tanti commenti positivi sui siti da parte dei consumatori”.