In silenzio pressoché totale, nell’ultimo giorno utile, i ministeri dell’Ambiente, della Salute, dello Sviluppo Economico e dell’Istruzione ha fatto ricorso cotro la sentenza del Tar del Lazio che li obbligava a una campagna informativa sui rischi dell’uso scorretto del cellulare.
È quanto è accaduto il 15 aprile, come rende noto la Stampa, a dispetto di quanto gli stessi dicasteri avevano annunciato commentando a caldo la sentenza e dicendo che, sì, era giusto sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e promuovere misure di prevenzione.
Evidentemente in questi 3 mesi passati dal 16 gennaio quando si era pronunciato il Tar, Ambiente, Salute, Sviluppo economico e Istruzione hanno cambiato idea.E ora hanno deciso che prevenzione e informazione non sono necessari, o almeno non rientrano nei loro compiti. E hanno impugnato la sentenza di fronte al Consiglio di Stato.