“Notre Dame in fiamme è un simbolo, proteggiamo ciò che conta davvero”

Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini del fuoco. Con Nostre Dame è andata in fumo una parte della nostra coscienza europea. Per questo quella scena ha spinto molti di noi a cercare nella memoria e sul telefonino le immagini di quel fine settimana a Parigi, perché, magari, volevamo passeggiare lungo la Senna e abbiamo pensato, a Notre Dame entro un’altra volta. Ma niente è per sempre. Victor Hugo scriveva: “il tempo è cieco e l’uomo uno sciocco”. Forse lo pensa così anche Jacques Attali, che abbiamo intervistato nelle ore drammatiche successiva al rogo di Parigi.

“Notre Dame in fiamme – ci dice l’economista, già consigliere di Francois Mitterand – ci insegna che dobbiamo prendere sul serio il nostro patrimonio culturale. Perché non dura per sempre. È davvero una bella metafora della nostra società. Dobbiamo imparare a proteggere le cose che contano davvero”.

E allora eccolo lì l’economista e saggista francese, oggi presidente di “Positive Planet”, la realtà che vuole fare azioni positive, anche in economia e nella finanza, che ci spiega come l’essenziale nella vita non sia consumare, ma avere tempo per sé e per amare: “la cosa più essenziale della vita è il tempo per amare”.

Nel libro da poco tradotto anche in Italia “L’essenziale. Cosa non ti puoi perdere se vuoi una vita bella, buona e felice” (Piemme) Attali ricorre ai suoi elenchi di film da vedere e libri da leggere, un gioco per riflettere sulle cose che contano davvero.

Attali perché continuiamo a consumare tantissimo? Le nostre case sono straripanti di vestiti, oggetti… siamo tutti accumulatori? Ma questo ci rende felici?

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

È solo un simulacro di felicità. Ci riempiamo di cose perché abbiamo paura di morire. Libri che non abbiamo letto, film che non abbiamo visto. Perché pensiamo di essere eterni e, anche, che non possiamo morire senza averli letti e visti. Così accumuliamo di tutto. Dovremo invece capire che la vita è avvenire e che si dovrebbe vivere per sé e per gli altri.

Che cos’è essenziale per lei?   

Servono così poche cose. Essere utile, quello è essenziale. Creare affetto, dare affetto. La felicità, l’essenzialità della vita si trova nella convivialità e nell’accoglienza degli altri.

Questa parola è molto importante, tanto più oggi. Notre Dame in fiamme e migliaia di disperati nei barconi in mezzo al Mediterraneo. Un esodo che non finirà solo perché chiudiamo i porti (mi riferisco all’Italia) o le frontiere (mi riferisco alla sua Francia).

Dobbiamo capire intimamente la ragione per la quale siamo sul pianeta e non sprecare tempo.

Notre Dame è uno dei simboli dell’Europa Unita, della cultura Europea, come lo è anche la solidarietà, altra parola magica, assieme ad accoglienza.  

Sa cosa penso davvero dell’Europa? Che ci sono conflitti, abbiamo opinioni diverse, ma nessuno, davvero, può pensare di fare a meno dell’Europa. Qualcuno dice che l’Europa sarebbe molto meglio senza stranieri, riferendosi agli africani. Ma la questione reale è se l’Europa può essere accogliente o no. Anche in Italia discutete di questo. Ma non c’è una maggioranza che voglia uscire dall’Europa. Il tema reale è: quale Europa vogliamo, non Europa sì o Europa no.

Se la sente di dare un giudizio sul clima politico italiano attuale: si è fatto un’idea del governo M5S-Lega?

Il governo italiano è contro gli stranieri. Non sono i miei valori, non è la mia filosofia. Credo che i toni siano molto pericolosi. È una questione culturale. Non voglio dire di più. Ma, sì, sono molto distante dalle politiche del vostro governo.

Torniamo al consumo. Ma in una chiave se vuole diversa. Non è un caso che il grido di allarme arrivi da una ragazza giovane come Greta. Ha scritto il libro per i giovani come lei? Sono i giovani a poter cambiare il mondo? Rispetto a #climatechange, ma non solo.

Credo che i giovani abbiamo bisogno di avere cultura, ma anche che non abbiano la forza per fare una vera rivoluzione. Sa, io spero che leggano tanti libri. Questo è prezioso per il pianeta, la cultura. Ecco, io vorrei la cultura al potere.

Senta, ma perché in Europa si parla sempre e solo di economia, moneta unica, banca centrale e però mai di un club degli intellettuali europei?

La moneta è una condizione del mercato. La cultura è buona quando è diversa. Forse sarebbe pericoloso un club nel quale la pensassimo tutti allo stesso modo. Difendo le idee diverse.

Va bene, però se io chiedo ad un mio coetaneo se si sente europeo lui mi risponde che è romano, italiano e poi, forse, anche europeo. Lei si sente francese o europeo?

Ma questo va bene. Essere romano, italiano, europeo è ancora di più che essere solo europeo. Certo, io sono francese ed europee, sono umano.

Lei ha scritto a lungo anche della famiglia, ci torna anche negli ultimi libri, compreso questo. In Italia c’è stato un recente dibattito proprio sul tema. Che cos’è per lei la famiglia?

La famiglia è molto importante, perché è lì che si creano gli interessi futuri. Io vedo la società come una grande famiglia. I bambini, in relazione con i genitori e i nonni, sono il futuro, qualunque sia la famiglia, comunque sia formata, da omosessuali o genitori eterosessuali. La famiglia è importante perché è il luogo del futuro.

Abbiamo parlato di #climatechange e di consumo, ma come possiamo cambiare?

Depurarci. Che bella parola. Provare a stare un mese senza comprare niente, se non quel poco che serve per mangiare, poi superato il primo mese, il più difficile, stare due mesi e poi tre senza comprare altre oggetti, altre cose inutili. Magari andremo a rileggere un libro che ci è piaciuto, che ci ha illuminato e scopriremo quell’abito che ci stava tanto bene sepolto nell’armadio. Insomma: depuriamoci dal troppo.

Ci sarà però qualcosa a cui non rinuncerebbe?

Il cioccolato, l’amore e il tempo. È il tempo che ha veramente valore.

Però viviamo in una società strana, nella quale, pare, i social vincono sulle carezze e i consumi (l’avere, l’accumulare, lo spendere, l’esibire) sull’essere. Come crede che saremo fra 100 anni?

(ride) Io davvero non lo so. Ci risentiamo fra 100 anni! Però una cosa è certa, il cioccolato, l’amore e il tempo ci saranno ancora.