Arriva il condono per tasse locali e multe. Il Decreto Crescita appena approvato dal Consiglio dei ministri contiene, infatti, tra le altre misure, la possibilità della definizione agevolata per le entrate regionali e degli enti locali (province, città metropolitane e comuni).
La novità rispetto alle rottamazioni già in corso (come la cosiddetta rottamazione ter) sta nel fatto che la sanatoria stavolta riguarda gli enti locali che non si sono affidati ad Equitalia per la riscossione delle proprie entrate tributarie (i Comuni che hanno agito tramite un concessionario privato esterno o gestendo essi stessi la riscossione sono circa 5mila).
ECCO COSA SI POTRÀ ROTTAMARE
Rientrano nella sanatoria Imu, Irap, Tasi, Tari, Tosap, Cosap e bollo auto, per le quali i cittadini inadempienti potranno mettersi in regola pagando solo l’imposta senza sanzioni e interessi. Ma la sanatoria tocca anche le multe stradali, per le quali non saranno dovuti gli interessi.
Le ingiunzioni di pagamento per cui si potrà chiedere la definizione agevolata sono quelle notificate tra il 2000 e il 2017.
LA PAROLA AI COMUNI
Ma la sanatoria non scatta in maniera automatica: dall’entrata in vigore del dl Crescita, infatti, i Comuni interessati ad aderire dovranno farlo entro 60 giorni adottando una specifica delibera che indichi per quali entrate e per quali anni sarà possibile la rottamazione (alcuni enti potrebbero quindi scegliere di ridurre l’ampio arco temporale indicato dal decreto legge che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017).
Poi, entro un mese dall’adozione della delibera, gli enti dovranno pubblicarla sul proprio sito istituzionale, rendendo noti tempi e modalità di adesione per il contribuente (e le decisioni in merito, ovviamente, potranno variare da Comune a Comune).
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