Quindici epidemiologi provenienti da una dozzina di istituti di ricerca internazionali, tra cui l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), hanno condotto un lavoro di sintesi per valutare quale tra i pesticidi più utilizzati è associato ad un maggiore rischio di ammalarsi linfoma non Hodgkin. Lo studio, pubblicato sulla rivista International journal of epidemiology, ha valutato il rischio soprattutto per gli agricoltori – dal momento che rappresentano la categoria più elementi, e si è soffermato su tre sostanze: due insetticidi, terbuphos e deltametrina e un diserbante, glifosato.
I ricercatori hanno condotto uno sforzo senza precedenti di sintesi, utilizzando le informazioni provenienti da tre grandi coorti costruiti in Francia, la Norvegia e gli Stati Uniti, che riunisce i dati provenienti da più di 315mila agricoltori seguiti in media per più di dieci anni. Hanno valutato l’esposizione degli agricoltori a 33 diversi pesticidi secondo una classificazione binaria. L’analisi consisteva nel calcolare il linfoma adrenale per gli agricoltori che utilizzavano un determinato pesticida, rispetto a chi non lo utilizzava. E questo, senza considerazioni sulla durata o l’intensità dell’esposizione.
Risultati: il terbufos è associato ad un innalzamento del rischio del 18% di linfoma non-Hodgkin, la deltametrina ad un eccesso di rischio di 48% della leucemia linfocitica cronica e il famoso glifosato è, da parte sua, associato con un eccesso di rischio Linfoma diffuso a grandi cellule B del 36%, la forma più comune di linfoma non Hodgkin. Gli autori hanno anche calcolato un ridotto rischio di Nhl in caso di esposizione ai pesticidi di vecchie generazioni (erbicidi fenossi, insetticidi organoclorurati), ora spesso banditi, ma questi risultati indicano che talvolta gli studi più recenti contraddicono quelli più vecchi. Gli agricoltori sono certamente tra i più esposti a queste sostanze che, purtroppo, finiscono spesso anche sulle nostre tavole. Il glifosato – lo sanno bene i nostri lettori –  contamina molto spesso alimenti di uso quotidiano come pasta, biscotti e farine. Non è da meno la deltametrina che le nostre analisi di laboratorio hanno rivelato in alcune baguette, marchi di pasta e burger di soia che troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati.
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