Il colosso farmaceutico Bayer ha fatto chiudere “Aspirina”, una rivista satirica femminista milanese, aperta nel 1987 e registrata nel ’95 col supporto della Libreria delle donne di Milano, per una questione di copyright. Lo racconta il Fatto quotidiano: “Un giorno di novembre del 2017, racconta con stupore Pat Carra (fumettista, tra le fondatrici della rivista, ndr), Bayer Intellectual Property spedisce una diffida agli avvocati che custodiscono il marchio di “Aspirina la rivista”: l’ aspirina è nostra, non vi azzardate a chiamarvi ancora così. Guai a confondere i consumatori di Bayer, peraltro già febbricitanti o perlomeno doloranti”.
La richiesta di Bayer
Bayer intima soltanto di cancellare l’ identità , il dominio della rivista, ritirare la collana di libri, non citare più il farmaco acetilsalicilico di loro proprietà per parlare della rivista di satira di Milano. “Parte la trattativa legale con valori in gioco un po’ diversi: la rivista che va avanti con passione e volontari, la multinazionale tedesca che s’ appresta a inglobare l’ americana Monsanto, agrochimica, per 66 miliardi di dollari. Bayer non ha intenzione di trascinare la faccenda in tribunale per questioni di immagine, poi i consumatori davvero si turbano. E la Libreria delle donne non ha denaro da buttare per un contenzioso decennale” scrive il Fatto.
La sfida ironica: nasce il blog “Erbacce”
I tedeschi propongono un risarcimento economico. Carra e colleghi, lo scorso febbraio, rinunciano ai soldi di Bayer, accettano di cancellare se stessi, cedono dominio e testata, ma conservanola libertà di raccontare la storia: “Siamo fortunate. Abbiamo un nemico così strapotente che non potrà mai batterci sul nostro terreno. Quello della misura umana”. E per continuare la loro storia con un nuova veste, scelgono un nome ironico e provocatorio, considerando che Bayer, dopo l’acquisizione di Monsanto è diventata il colosso anche nel settore dei pesticidi: nasce il blog Erbacce. L’archivio dell’antica rivista comunque è ancora in rete. “La meglio aspirina se ne va. Mille erbacce fioriscano!”, chiosa Carra al Fatto.