A quanti è successo di organizzare una gita fuoriporta alla scoperta di vini pregiati, e rimanere profondamente delusi dall’improvvisazione o dalla scarsa qualità della visita in cantina? Con le nuove linee guida sull’enoturismo queste spiacevoli esperienze potrebbero essere un ricordo. Il decreto è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni con l’ibettivo di organizzare meglio il settore dei percorsi enoturistici, innalzando il livello e rendendo omogenea la qualità.
Tra le novità introdotte, alcune che faranno sicuramente tirare un sospiro di sollievo agli amanti del vino. Innanzi tutto, per le degustazioni in cantina, bisognerà offrire ai visitatori il pregiato liquido in calici di vetro. Anche se qualsiasi esperto la ritiene una sorta di bestemmia, capita anche che il vino venga offerto in bicchieri di plastica, del tutto inadatti per l’esperienza che si propone. Altra fonte d’imbarazzo, per chi porta amici o paranti stranieri a visitare le ricchezze eno-gastronomiche del territorio, la totale mancanza di conoscenza di lingue straniere. Secondo le nuove linee-guida, almeno tre le lingue straniere che dovranno esser parlate e scritte sui materiali informativi. Così come un sito o una pagina web aziendale con informazioni approfondite sui vitigni coltivali, sulla zona di produzione e sulle Dop, favorendo un rapporto più forte con prodotti e aziende locali, della gastronomia, ma non solo.
Inoltre, stop ai percorsi di degustazione “fantasma” o impossibili da prenotare: l’apertura settimanale o stagionale di un minimo di tre giorni, compresi prefestivi e festivi; possibilità di prenotazione delle visite, meglio se online. Toccherà alle regioni vigilare sul rispetto delle linee guida. Soddisfatta l’Unione italiana vini, da cui sono partite molte delle proposte approvate. Adesso manca solo la firma del ministro Gian Marco Centinaio per rendere le linee-guida operative.