Raffreddori improvvisi, riniti “risvegliate” dalla primavera, nasi arrossati e fazzoletti svolazzanti: la bella stagione, specie nei bambini, porta con se pollini e graminacee che possono creare allergia e quindi trasformarsi in fastidiosi raffreddori. Ma come si riconosce la rinite allergica? Da cosa è causata? E come si cura?
Ci viene in aiuto una dettagliata scheda informativa dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che con i suoi esperti a messo a punto una serie di suggerimenti utili che vogliamo riproporre.
Che cos’è la rinite allergica?
Si tratta di un’infiammazione periodica o cronica, a carico del naso, dovuta ad una reazione allergica; questa reazione si scatena quando una sostanza dell’ambiente esterno, normalmente innocua, viene a contatto con la mucosa nasale di un bambino che si è sensibilizzato nei confronti di quella sostanza.
A seconda della durata distinguiamo una rinite perenne (se dura tutto l’anno) e una rinite intermittente (se compare solo in alcuni periodi dell’anno, come per esempio in primavera nei bambini allergici alle graminacee).
Devono essere escluse:
– le forme di rinite infettive (virali e batteriche), facilmente riconoscibili per la presenza di secrezione densa gialla o verdastra che tende a scolare posteriormente nella faringe;
– le riniti vasomotorie scatenate da sbalzi di temperatura (freddo, caldo, umidità ) o da sostanze chimiche (farmaci).
Quali sono i sintomi?
La mucosa nasale si gonfia e si ha una continua secrezione nasale liquida. Il gonfiore e la secrezione concorrono ad ostruire il passaggio dell’aria per cui si ha sensazione di naso chiuso. Frequenti starnuti e prurito nasale completano il quadro dei sintomi. L’intensità del raffreddore può essere determinata anche dal numero di fazzoletti sporcato nella giornata. La secrezione nasale può, in seguito, scendere verso la gola e provocare tosse e prurito alla gola.
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Il bambino spesso dorme con la bocca aperta perché il naso è talmente ostruito dall’ingrossamento dei turbinati (piccole protuberanze situate all’interno delle narici) e dalla secrezione di muco che impedisce l’ingresso dell’aria.
Pollini, acari e non solo
I pollini (di graminacee, parietaria, composite etc) sono i principali allergeni, tanto che questo tipo di raffreddore viene anche chiamato “febbre da fieno” ed è tipicamente intermittente-stagionale, cioè primaverile.
Le spore di alcuni funghi, come l’alternaria, provocano anch’esse una rinite stagionale (luglio-agosto).
Il pelo di animali domestici, come il gatto, può provocare sintomi nasali quando il bambino lo avvicina.
Gli acari della polvere di casa (Dermatophagoides pteronissinus e farinae) possono indurre raffreddore durante tutto l’arco dell’anno, ma soprattutto in primavera-autunno quando si riproducono. Tipica allergia ai dermatofagoidi è la rinite che si manifesta con serie di starnuti al risveglio del bambino.
La diagnosi
La raccolta della storia clinica (eventuale dermatite atopica nei primi anni di vita) della familiarità per allergie nei genitori e/o nei fratelli e l’aspetto delle mucose del naso (mucosa nasale pallida, ipertrofia dei turbinati) sono gli elementi fondamentali per la diagnosi, unitamente all’esecuzione delle prove cutanee allergometriche di rapida e semplice esecuzione (prick test).
Come prevenirla
Nei bambini affetti da rinite allergica (da acari, muffe, pelo di animali, etc) è importante ridurre quanto più possibile il contatto con l’allergene tentando la bonifica dell’ambiente in cui il bambino vive, in particolare la stanza da letto.
Alcune precauzioni come il coprimaterasso e il copricuscino anti-acaro lavabili a caldo, oltre 55°C, riducono la carica antigenica. È inoltre necessario, per il benessere del bambino, ridurre al minimo essenziale:
– i libri;
– i pelouche;
– tappeti e moquette, cioè i posti in cui la polvere si accumula con facilità .
Purtroppo possiamo fare ben poco per ridurre l’esposizione ai pollini (come nel caso delle graminacee) salvo utilizzare in casa e in auto aria condizionata con un filtro antipollini. Quando il bambino esce di casa il contatto con i pollini diventa inevitabile.
Come curarla
I cardini della terapia della rinite allergica sono gli antistaminici per bocca e i corticosteroidi topici nasali, sempre su indicazione dello specialista allergologo pediatra.
Nelle riniti da pollinosi la prevenzione ambientale è pressoché impraticabile per cui può essere necessario ricorrere alla immunoterapia desensibilizzante (i cosiddetti “vaccini antiallergici”), che consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti dell’estratto allergenico del polline cui il bambino è reattivo. Più recentemente, è stata adottata per la terapia desensibilizzante l’assunzione per bocca dell’estratto allergenico: si tratta di una procedura molto più gradita dal bambino, tuttavia l’efficacia di questo tipo di terapia desensibilizzante non è ancora così ben provata come quella della inoculazione sottocutanea. La desensibilizzazione può essere utilizzata anche nei confronti dei dermatofagoidi, sempre su consiglio dell’allergologo pediatra.
Per approfondire il tema si può consultare la pagina dedicata dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù.