Pillola del giorno dopo, finirà l’obiezione mascherata in farmacia?

La contraccezione d’emergenza, quella che siamo abituati a chiamare la pillola del giorno dopo, dovrà essere disponibile in tutte le farmacie. Lo ha finalmente annunciato in Commissione Affari Sociali alla Camera il sottosegretario alla Salute, il leghista Luca Coletto. La questione era stata sollevata, da un’interrogazione della deputata Cinque Stelle Gilda Sportiello.

Il tema era stato sollevato a febbraio da una nostra inchiesta che dimostrava come se una frangia di farmacisti chiede che possa essere applicata anche alla pillola del giorno dopo l’obiezione di coscienza, un’altra ala invece spinge perché la pillola del giorno dopo rientri tra i medicinali tenuti obbligatoriamente in farmacia.

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Sempre disponibile

Ad oggi infatti, una donna può acquistare la pillola del giorno dopo in una qualsiasi farmacia, ma non è detto che il medicinale sia prontamente disponibile. Se la non presenza può essere casuale, ad esempio per un esaurimento scorte, in altri casi, potrebbe anche essere una strategia del farmacista che non condividendone l’utilizzo può farsi trovare sprovvisto. Resta certa la disponibilità a farlo arrivare entro le 12 ore, come qualsiasi altro medicinale, ma in questo caso, essendo il tempo un elemento fondamentale per l’efficacia, è gioco forza che la donna debba rivolgersi a un’altra farmacia. Tutto ciò se può non costituire un problema nelle grandi città, nei piccoli centri rischia di rivelarsi una discriminante.

Alla luce di queste considerazioni il presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic) Emilio Arisi aveva avanzato la proposta di obbligatorietà. “I dati emersi – spiegava il dottor Arisi a Quotidianosanita.it – rafforzano inoltre la proposta dalla nostra Società scientifica di rendere obbligatoria ellaOne in tutte le farmacie, lanciata in occasione dell’istituzione della Commissione presso il ministero della Salute per la Revisione e l’aggiornamento della Farmacopea ufficiale. Ricordo ancora una volta che offrire alle donne italiane la sicurezza di poter trovare in ogni farmacia del territorio nazionale questo presidio farmacologico, senza essere costrette, come spesso avviene, a passare da una farmacia all’altra, è un fattore importante per ottenere un’efficace prevenzione e di conseguenza un ulteriore auspicabile calo delle Ivg (le interruzioni volontarie di gravidanza, ndr) anche negli anni a venire. E con un sostanziale risparmio per il sistema sanitario”. Sul fronte dell’obiezione l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, si è già espressa in maniera chiara stabilendo che la pillola del giorno dopo, come quella dei 5 giorni dopo, non è abortiva ma contraccettiva. E nessuna legge concede ai farmacisti il diritto all’obiezione di coscienza; nonostante ciò, a più riprese da diversi fronti si tenta questa strada.

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Fattore chiave: il tempo

Anche se si chiamano pillole del giorno dopo, in realtà, come spiega la professoressa Rossella Nappi, ginecologa, endocrinologa e sessuologa, dell’IRCCS Fondazione San Matteo di Pavia, “è importante definirle ‘pillole del prima possibile’, proprio per sottolineare l’importanza di un’assunzione rapida per garantire l’efficacia migliore”. Il fatto che non occorra più la ricetta medica serve proprio a permettere alle donne di reperire la pillola in tempi brevi.
In Italia sono state approvate per la contraccezione d’emergenza due diverse molecole farmacologiche: la Levonorgestrel da assumere entro e non oltre le 72 ore e l’ulipristal acetato (quella nuova, detta anche pillola dei cinque giorni dopo) da assumere fino ad un massimo di 120 ore dopo. Studi scientifici hanno dimostrato che la nuova pillola (ulipistral acetato) è 3 volte più efficace se utilizzata entro le prime 24 ore successive al rapporto sessuale non adeguatamente protetto e due volte più efficace se assunta nell’arco delle prime 72 ore. Questo perché il farmaco a base di levonorgestrel non è in grado di bloccare il processo che porta all’ovulazione quando è già iniziato, mentre la nuova pillola è in grado di far slittare l’ovulazione anche quando il processo che porta all’ovulazione è già in corso.
“La forza del nuovo contraccettivo d’emergenza (ulipistral, ndr) sta nel fatto che è più efficace se preso nelle prime 24 ore”, conferma la Nappi che però precisa: “Dato che ha un costo maggiore e che sono soprattutto le fasce deboli, ovvero i giovani, che non lavorano e che non hanno il coraggio di chiedere i soldi ai genitori per questo, non è giusto distinguere troppo. Levonorgestrel, pur ad un costo inferiore, è ugualmente efficace se presa nelle prime 24 ore. Se invece non si ha la possibilità di prenderla entro il primo giorno, allora è corretto informare le donne che la nuova pillola è più efficace dell’altra”.