I cittadini di Taranto scendono in piazza per ricordare i bambini uccisi dai veleni

BENZENE ILVA

Cinquemila persone hanno partecipato il 25 febbraio alla fiaccolata organizzata a Taranto dai genitori dei bambini morti per tumore. La città è da decenni al centro di una battaglia degli abitanti attorno al pesante inquinamento emesso dall’Ilva. Alessandro Marescotti, direttore di Peacelink, era presente, e racconta al Salvagente: “A differenza di altre manifestazioni al centro non c’era un aspetto programmatico, ma la pietà, opposta all’indifferenza, e la coscienza che questa è una situazione insopportabile, che non si è normalizzata. La gente ha paura, bisogna andare verso una forma di tutela, di protezione”.

La fiaccolata

La fiaccolata si è svolta in silenzio, senza slogan urlati. ” Abbiamo il 54% di tumori infantili in più rispetto al dato regionale. In generale, solo su Taranto città, ogni anno più di mille persone scoprono di avere un tumore, su una popolazione di 200mila abitanti. 10-15 anni fa il dato era inferiore, è un fenomeno che ha una lunga latenza” spiega Marescotti.

Le promesse della politica

Lo scorso settembre, Luigi Di Maio, da pochi mesi ministro del Lavoro e vicepremier, aveva lanciato un messaggio ottimistico, affermando che erano state installate dentro l’Ilva tecnologie in grado di ridurre del 20% le emissioni nocive. Ma secondo Marescotti, che da anni segue la questione Ilva, “Questa frase non ha alcun riscontro, ci sfugge completamente quali siano queste tecnologie installate, anzi dai dati che abbiamo estratto dalle centraline Arpa installate dentro la cookeria, risulta che nel primo bimestre del 2019, facendo un raffronto con il corrispondente bimestre del 2018 c’è un incremento 160% del benzene, 140% dell’idrogeno solforato e 195% degli Ipa totali, che sono tutti inquinanti cancerogeni, neurotossici”.

Una giornata nazionale per le vittime di inquinamento

Nel frattempo è aumentata la produzione dentro l’Ilva, il “mostro” che secondo tanti in città dovrebbe chiudere e lasciare posto a un territorio bonificato, ha bisogno di produrre almeno 6 milioni di tonnellate di acciaio  (nel 2018 era scesa a 4,5 milioni) per non essere antieconomico. Purtroppo, però, nei bilanci economici, la vita e la morte delle persone non ha una voce”. I promotori della manifestazione di Taranto propongono di fissare il 25 febbraio come la giornata nazionale per ricordare le vittime dell’inquinamento ambientale. Tra questi i minori uccisi dal tumore. L’ultimo, il 25 gennaio, si chiamava Giorgio Di Ponzio, aveva 15 anni.