Quando si apre un conto corrente o un conto deposito è ragionevole valutare più offerte alla ricerca della soluzione meno onerosa per custodire e utilizzare i risparmi. Per poter fare la scelta giusta è importante conoscere nel dettaglio quali sono le principali voci di spesa, e tra queste quali sono in qualche modo costanti e quali invece possono variare sensibilmente da un istituto di credito a un altro e lasciare quindi spazio al confronto e al risparmio.
Conti correnti e conti deposito sono soggetti per legge a un’imposta di bollo, applicata nella misura chiarita da una circolare dell’Agenzia delle Entrate del dicembre 2012 dopo alcune modifiche apportate dal Decreto Salva Italia del 2011. L’imposta di bollo applicata a tutti i conti correnti intestati a persone fisiche è pari a 34,20 euro l’anno, mentre per le persone giuridiche l’imposta è di 100 euro l’anno.
Si tratta di una spesa applicata in automatico dalla banca, è sufficiente esaminare l’estratto conto annuale per ritrovare questo importo tra le uscite. L’esenzione da questa imposta è prevista solo per giacenze medie inferiori a 5.000 euro, oppure per i titolari di conti correnti di base con accesso ad agevolazioni collegate all’ISEE.
Segue regole diverse invece l’applicazione dell’imposta di bollo sui conti deposito. In questo caso l’aliquota non è fissa ma calcolata in percentuale sulla giacenza, precisamente nella misura dello 0,20%.
Come per il conto corrente la tassa è applicata in automatico e rintracciabile nel rendiconto annuale. È possibile approfondire il concetto di giacenza media e del calcolo dell’imposta di bollo di conto corrente e deposito su Facile.it. Per quanto riguarda il conto deposito va tenuta presente anche un’altra aliquota, relativa agli interessi creditori.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Le rendite sono infatti tassate al 26% secondo la normativa vigente, ciò significa che è necessario considerare questo valore nel passaggio dal lordo al netto del tasso creditore accordato dalla banca sui risparmi in giacenza. Un tasso creditore lordo dell’1% sulle somme in giacenza si traduce in un tasso netto dello 0,74%.
Le principali voci di costo dei conti deposito si possono ricondurre a queste tasse, imposta di bollo e aliquota sulle rendite, per il resto non mancano offerte a zero spese di apertura e senza altri costi rilevanti per gestire il patrimonio. Scegliendo conti deposito on line anche le comunicazioni periodiche in formato digitale tra la banca e il cliente hanno costi ridotti o azzerati.
Il risparmio offerto dalle soluzioni 100% on line è rilevabile anche sulle voci di costo dei conti correnti sulle quali si gioca la concorrenza: canone annuo, commissioni per le principali operazioni bancarie (bonifici, prelievi, domiciliazioni delle utenze) costi associati agli strumenti di pagamento (carte e assegni) e agli investimenti.
Su questi elementi c’è una certa variabilità, spetta al cliente valutare anche in base al proprio patrimonio e agli strumenti che utilizza più di frequente qual è la soluzione che ottimizza i costi, per non trovarsi a spendere per servizi che non utilizza o al contrario scegliere soluzioni molto economiche ma che non gli garantiscono l’operatività di cui ha bisogno.
Va detto che per gli utilizzi più comuni del conto corrente esistono molte alternative a basso costo, e persino le carte conto, carte prepagate con iban, possono soddisfare l’operatività di base: versamenti, prelievi, bonifici in entrata e uscita, domiciliazioni, accredito dello stipendio. Altre voci di costo da confrontare riguardano gli strumenti di pagamento, carte di credito, debito, assegni.
Anche in questo caso ogni banca offre una gamma di soluzioni che possono essere più o meno economiche, ma indispensabili anche per rispettare la normativa vigente relativa all’uso dei contanti, sintetizzata dall’Associazione Bancaria Italiana in una scheda informativa ABI.
Il limite per lo scambio di contanti e titoli al portatore tra privati è attualmente fissato a 3.000 euro, l’infrazione di questa norma comporta sanzioni tra 3.000 e 50.000 euro. I costi delle carte di pagamento sono facilmente confrontabili on line, tenendo presente che le carte di credito sono normalmente più costose delle carte di debito, a loro volta più costose delle carte prepagate. Sempre più diffuse, le carte prepagate rappresentano l’opzione più economica e spesso sufficiente a coprire le necessità più comuni, purché l’importo massimo caricabile sulla carta, che varia in base all’offerta, risponda alle esigenze di chi la utilizza.