L’addio sussurrato di Colgate al triclosan

Le indiscrezioni del Pais sono state confermate: anche Colgate, ultima tra le aziende a difendere il triclosan, ha deciso di cedere e di eliminare l’antibatterico dalla lista degli ingredienti del suo nuovo prodotto il Colgate Total Sf, lanciato in pompa magna con pubblicità milionarie durante la finale del Superbowl americano. Facendo scivolare sotto il tappeto, però, la sua scelta.

Se nella nuova formulazione il triclosan è stato sostituito dallo stannous fluoride, l’azienda si è guardata bene dal sottolineare la scelta.

“UNA MERA COINCIDENZA”

Secondo quanto rivela il giornale on line Quartz, in una audioconferenza con gli azionisti, il 25 gennaio il CEO di Colgate-Palmolive, Ian Cook, ha risposto piccato alla domanda dell’analista che chiedeva il motivo per cui non aveva menzionato la rimozione del triclosan in una precedente descrizione della nuova formulazione del dentifricio, insistendo sul fatto che l’improvvisa scomparsa del complesso da Colgate Total è una “mera coincidenza“. “Siamo indifferenti al triclosan”, ha detto Cook. “Oggi abbiamo un prodotto migliore di quello che avevamo. E quello era un ottimo prodotto anche dal punto di vista scientifico. Questo, semplicemente, sembra essere un prodotto migliore ed è qui che ci stiamo muovendo”.

I RISCHI (NEPPURE TANTO) NASCOSTI DEL TRICLOSAN

Quello che Colgate non vuole ammettere è il fatto che i dubbi di molti ricercatori sugli effetti da intereferente endocrino del triclosan e la pressione internazionale dei consumatori abbiano avuto la meglio. Solo in Italia il Salvagente aveva raccolto decine di migliaia di firme per chiedere alle aziende di rinunciare al triclosan e molte avevano cambiato la loro formula dopo la petizione. Era rimasta, tra i big, per l’appunto solo la Colgate e oggi, anche se in silenzio, anche la multinazionale americana ha dovuto piegare la testa.

Tra le ultime ricerche che dimostravano la pericolosità dell’antibatterico, messo al bando dalle autorità Usa su tutta una serie di prodotti cosmetici (tra i quali, misteriosamente, restavano esclusi i detergenti intimi e proprio  i dentifrici) c’è stato uno studio su modelli animali firmato dai ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst (UMass) guidati da Guodong Zhang. Della ricerca – pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine – è emerso che il triclosan è accusato di alterare il microbiota. Spiegava Zhang al Salvagente: “Questi risultati per la prima volta, suggeriscono che il triclosan potrebbe avere effetti negativi sulla salute dell’intestino”.

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“ORA CI SONO LE PROVE”

Ne riportiamo uno stralcio, nell’intervista che il professore aveva dato a Valentina Corvino per il nostro giornale.

Professore, quali sono i risultati dello studio?
Abbiamo dimostrato che il triclosan, che è un antimicrobico ampiamente utilizzato nella nostra vita quotidiana, è responsabile dell’infiammazione del colon e la correlata tumorigenesi del colon in modelli animali. Questo effetto può essere collegato al microbioma intestinale. Inoltre, abbiamo scoperto che il recettore Toll-like 4 (TLR4), un mediatore importante tra il microbiota e il sistema immunitario, è fondamentale per l’effetto del triclosan.
Nessun studio precedente aveva raggiunto le stesse conclusioni?
No.
Nella ricerca si parla di “basse dosi”. Può darci un’idea della loro entità?
La dose che abbiamo utilizzato nell’esperimento sugli animali (10-80 ppm nella dieta) è la più bassa, o tra le più basse, nelle letterature segnalate di tossicologia triclosan utilizzando modelli animali. Inoltre, la concentrazione di triclosan nel plasma di topo era paragonabile alle concentrazioni riportate nel plasma di volontari umani esposti. Va specificato che l’esposizione umana dura per anni mentre il nostro esperimento dura solo diverse settimane.
Dunque, dal punto di vista delle dosi l’allarme è serio. Come avete condotto lo studio?
Utilizzando un modello di colite del topo indotto da sostanze chimiche o un modello di topo geneticamente modificato che sviluppa una malattia infiammatoria intestinale spontanea e modelli murini (un topo di laboratorio, ndr) di cancro del colon indotti da sostanze chimiche. Per lo studio del meccanismo, sono stati utilizzati anche modelli di topo privi di germi in cui non sono presenti microbiomi intestinali e topi carenti di TLR4.
Cosa suggerisce lo studio?
Che vi è un’urgente necessità di valutare ulteriormente l’impatto dell’esposizione al triclosan sulla salute dell’intestino e aggiornare le politiche regolatorie di questo antimicrobico.
Perché alcune aziende non possono fare a meno del triclosan?
Probabilmente perché contano su alcuni effetti benefici del triclosan, ma l’effetto negativo del triclosan non può essere ignorato.
Esistono alternative?
Sì, ci sono molti altri antimicrobici utilizzati nei prodotti di consumo. Ne abbiamo testati diversi e abbiamo scoperto che alcuni non avevano alcun effetto sull’infiammazione del colon nei topi.
Quanto è diffuso il triclosan negli Stati Uniti?
Il triclosan è utilizzato in più di 2mila prodotti di consumo. Milioni di chili di questo antimicrobico vengono utilizzati ogni anno nel mercato degli Stati Uniti. A causa del diffuso utilizzo, ha portato a una forte contaminazione ambientale. Non è un caso che sia elencato tra i primi 10 inquinanti trovati nei fiumi degli Usa.