Le piantagioni per la produzione di olio di palma minacciano la sopravvivenza della foresta pluviale, ma Greenpeace segna un punto importante nella partita contro la deforestazione: dopo un’intensa campagna di pressione (con la raccolta di più di 1 milione di firme e diversi interventi di protesta degli attivisti in tutto il mondo) è riuscita ad ottenere da Wilmar International, il più grande operatore mondiale di olio di palma, l’impegno a controllare che tutti i suoi fornitori salvaguardino le foreste. Un impegno che la società aveva già preso per la propria filiera, ma che ora dovrà riguardare anche tutti i suoi fornitori terzi.
In dettaglio, il piano d’azione che Wilmar ha presentato e si impegna ad eseguire, prevede di mappare entro la fine del 2019 tutti i terreni appartenenti ai propri fornitori e di monitorare quanto accade nelle piantagioni, anche attraverso l’uso di satelliti ad alta risoluzione. Così, se dovesse risultare che un fornitore sia in qualche modo collegato a operazioni che danneggiano o distruggono la foresta, Wilmar sospenderà immediatamente le relazioni commerciali con questo operatore.
Come ricorda il sito valori.it, 24 milioni di ettari di foresta pluviale, poco meno della superficie dell’intero Regno Unito, sono stati rasi al suolo tra il 1990 e il 2015. E dalla fine del 2015 sono stati distrutti altri 130 mila ettari di foresta pluviale.
L’impegno preso dalla multinazionale è dunque di fondamentale importanza nella lotta per il rispetto dell’ambiente. E ha ancora più valore perché non guarda solo al futuro (l’impegno, da oggi in poi, contro la deforestazione) ma anche al passato, perché prevede di fornire rimedi per la deforestazione già  compiuta da parte dei suoi fornitori terzi.
Non ultimo, è da sottolineare il valore di esempio di questa vittoria degli ambientalisti: se è riuscito a cambiare rotta il leader mondiale del settore (Wilmar commercializza il 40% dell’olio di palma in circolazione, rifornendo la maggior parte delle principali multinazionali del settore alimentare e della cosmesi), si spera che anche i concorrenti ne seguano i passi. «Ci aspettiamo che l’annuncio di Wilmar sproni Golden Agri Resources, Musim Mas e gli altri operatori internazionali di olio di palma ad adottare impegni simili. Perché ciò avvenga, è fondamentale che multinazionali come MondelÄ“z, Nestlé e Unilever, che acquistano olio di palma da diversi fornitori, si impegnino nella stessa direzione», ha commentato Martina Borghi, responsabile Campagna Foreste di Greenpeace Italia, nel comunicato stampa con il quale l’associazione ambientalista ha festeggiato questo risultato.