La Regione Veneto invierà 10mila comunicazioni ad altrettanti cittadini dal 2010 a oggi hanno subito un intervento cardiochirurgico a “cuore aperto”: l’invito è quello di sottoporsi a screening perché possono aver contratto un’infezione batterica che può risultare fatale. La stima delle persone potenzialmente esposte a questo rischio è di alcune decine di migliaia in tutta Italia, e 10 pazienti sono già morti.
La contaminazione partita dai macchinari
Parliamo del famigerato Mycobacterium Chimaera (MC), il batterio killer, per il quale il ministero della Salute nei giorni scorsi ha diramato un’allerta, molto insidioso per la salute visto che i suoi effetti possono manifestarsi anche molto tempo dopo essere entrato nell’organismo. Il microorganismo è stato trasmesso ad alcuni malati attraverso i macchinari usati per gli interventi cardiochirurgici. A finire sotto accusa, spiega il ministero, sono le unità di riscaldamento/raffreddamento (Heater Cooler Unit – HCU) sono dispositivi medici di classe IIb, utilizzati durante interventi di cardiochirurgia toracica in cui il riscaldamento/raffreddamento del paziente risulta parte della procedura chirurgica. Tali dispositivi sono composti da serbatoi che forniscono l’acqua a temperatura controllata a scambiatori di calore e a coperte di riscaldamento/raffreddamento, attraverso circuiti dell’acqua chiusi. Tali attrezzature si utilizzano in tutto il mondo da molti anni.
I numeri dell’infezione
Dal 2011 ad oggi sono stati rilevati diversi casi di infezioni cardiovascolari invasive da Mycobacterium Chimaera in pazienti sottoposti a intervento chirurgico a cuore aperto in diversi paesi europei fra cui Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Spagna, Regno Unito e Svizzera, nonchè negli Stati Uniti, Canada, Australia, Hong-Kong.
In Italia la prima segnalazione di paziente infettato da MC è pervenuta solo a fine giugno 2018.
Il numero di dispositivi HCU in uso nel mondo è stimato in 11.000 unità, in particolare 6.700 i dispositi della LivaNova, di cui solo 218 in Italia.
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Il numero di procedure di circolazione extra-corporea eseguite ogni anno nel mondo è di oltre 1.500.000 di cui 40.000 in Italia.
Il numero di eventi avversi, ad oggi notificati, è di 185 nel mondo, dei quali 10 in Italia.
La Regione Veneto: “Ci costituiremo parte civile”
Il batterio chimera, spiegano dalla Regione, come riporta Repubblica.it, è stato trovato proprio nei macchinari dell’azienda LivaNova e ha provocato 16 casi di infezione (di cui 14 in Veneto) con 6 decessi. “I pazienti riceveranno una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l’indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari. I macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti. La Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della ditta produttrice”. Secondo la ricostruzione del gruppo di esperti, il microorganismo “sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivi, quindi antecedentemente all’installazione in sala operatoria”. La Regione Veneto, in caso di provvedimenti giudiziari, ha annunciato che chiederà di essere ammessa come parte civile.